USB: morte lavoratore Ikea, i sicari sono la precarietà e gli appalti

Roma -

COMUNICATO STAMPA

Erion Myrtaj aveva appena 27 anni e tutta la vita davanti. Lavorava per la Rhenus, una subappaltante di Ikea. Siamo a Genova e questo povero ragazzo ha continuato a portare mobili su e giù per le scale fino a morire. I giramenti di testa, dicono adesso i familiari, erano cominciati la mattina. Eppure nessuno nella ditta per cui lavorava, lo ha rimandato a casa.

 

«Il lavoro continua a uccidere – dichiara Francesco Iacovone dell’Esecutivo Nazionale USB Lavoro Privato – e i suoi sicari sono la precarietà e gli appalti».

 

«Pochi euro l’ora per un lavoro pesante – prosegue il sindacalista Usb – e molto spesso alcuna tutela reale della salute e della sicurezza. L’unico obiettivo delle multinazionali del commercio sembra essere quello di abbassare il costo del lavoro attraverso le scatole cinesi degli appalti e dei subappalti. E non importa se poi qualcuno resta sul campo, vittima collaterale del capitale».

 

«Proprio lo scorso 8 dicembre avevamo manifestato in tutta Italia contro la multinazionale svedese di uno dei miliardari più ricchi del mondo, contro la sua arroganza e le condizioni imposte ai lavoratori. Ora aspettiamo fiduciosi il lavoro della magistratura ed esprimiamo tutto il nostro cordoglio alla famiglia di Erion. Continueremo a combattere e a manifestare in tutti i luoghi di lavoro contro a logica degli appalti al massimo ribasso e la precarietà. Veri nemici della salute e della sicurezza dei lavoratori» conclude Francesco Iacovone.


USB Lavoro Privato