Gran Roma, nasce l'ennesima fabbrica del precariato

I lavoratori, sostenuti da Usb hanno presidiato il centro commerciale Gran Roma, l’ennesimo mastodonte commerciale. Luci colorate a fronte di contratti precari, senza diritti nè sicurezza

Roma -

Mediaworld ha inaugurato il suo nuovo punto vendita all’interno del mega centro Gran Roma, a pochi passi da altri grandi poli del commercio, come Roma Est e Tor Vergata.
Peccato che la multinazionale, dopo ben tre anni di ammortizzatori sociali, abbia da poco iniziato un piano forzato di trasferimenti folli, a centinaia di chilometri di distanza dalla residenza originaria. I lavoratori sono stati costretti a rinunciare alla propria anzianità e a vedersi ridurre le ore, l’alternativa è stata il licenziamento senza alcun tipo di sostegno economico da parte dell’azienda.
Nessuna precedenza, come sarebbe legittimo, è stata data a chi era già dipendente Mediaworld.
Nuovo centro, nuovi assunti, nuovi contratti.
I nuovi contratti non hanno più la tutela dell’articolo 18, scompare quindi la reintegra sul posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo. In più, la maggior parte sono stipulati tramite cooperative, con una paga minima che si aggira intorno ai tre euro l’ora, senza alcuna tutela del rispetto dei diritti minimi e della sicurezza dei lavoratori.

L’arroganza padronale mostrata dal Gruppo Mediamarket, a cui fa capo Mediaworld non è certo un caso isolato nella Grande distribuzione organizzata.
Negli anni, Usb ha denunciato e si è mobilitata con forza contro molte delle multinazionali del commercio, fra cui ricordiamo Zara, Massimo Dutti, Stradivarius, Leroy Merlin, Carrefour

Luci colorate e vetrine appariscenti, scaffali ingombri di merce, ma anche cinema,
parcheggi, ristoranti e baby parking sembra ci sia tutto il desiderabile meno i diritti e la dignità del lavoro.
I lavoratori del commercio sono costretti a sottostare a part time imposti, turni spezzati, ritmi e nastri orari insostenibili, domeniche e festività rigorosamente in servizio.

Mega colate di cemento  che hanno portato all’abbandono nel più completo degrado di edifici storici ad uso culturale e ricreativo nei centri storici delle città. La vita sociale si sposta verso le periferie ma ruota unicamente intorno al consumo.
Il tempo libero viene impegnato nel comprare merce invece che con il proprio partner, la propria famiglia o a comprendere e rinnovare se stessi.
L’Unione Sindacale di Base respinge al mittente questa versione della vita sociale contemporanea, in cui tutto il nostro tempo è sottratto dal Capitale.

Il sindacato è al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici del nuovo centro commerciale in lotta affinché i diritti vengano rispettati.

Usb Lavoro Privato