Il rito natalizio dello sciopero del commercio di Cgil Cisl e Uil

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Tra pochi giorni sarà Natale e Natale, come noto, deve essere celebrato con i suoi riti e le sue tradizioni immutabili: il panettone, l’albero, le decorazioni, i regali, i pranzi in famiglia e... lo sciopero generale dei lavoratori della Gdo proclamato da Cgil, Cisl e Uil in coincidenza del venerdì precedente al weekend di Natale.

L’iniziativa di venerdì 22 dicembre non è altro che questo: la celebrazione di un rito. Mancano infatti i due presupposti fondamentali per poterlo definire sciopero:

1) Un progetto complessivo di politica sindacale sul settore che metta al centro la questione degli orari di lavoro, ponendo in discussione la flessibilità oraria e le clausole elastiche e flessibili, l’abuso del lavoro part-time e somministrato, introducendo clausole di salvaguardia, la retribuzione della malattia, abiurando la prassi funesta degli “eventi” introdotta anzi da Cgil, Cisl e Uil nei CCNL del Commercio, il lavoro domenicale e festivo.


2) Per quanto riguarda il tema del salario ci si limita ad una comparazione con il CCNL del commercio rinnovato nel 2015, facendo un calcolo di natura più ragionieristica/contabile che sindacale, senza minimamente fare cenno, ad esempio, alla necessità di svincolare la determinazione del salario nei rinnovi contrattuali da meccanismi di competitività e produttività.

Manca insomma la costruzione di un percorso di lotta di lunga lena di cui uno sciopero non è che l'apice. Senza un percorso conflittuale lo sciopero assume la fisionomia di uno spot, di un evento decontestualizzato quando, al contrario dovrebbe essere il culmine di un processo conflittuale praticato nel quotidiano.
Nel biennio intercorso tra dicembre 2015, data dell’ultimo sciopero, e il dicembre 2017 la contrattazione è stata gestita da Cgil Cisl e Uil all’insegna della sola concertazione con Federdistribuzione, escludendo qualsiasi forma di mobilitazione e partecipazione dei lavoratori.

Per questi motivo i lavoratori iscritti ad Unione Sindacale di Base non aderiranno alla mobilitazione del 22 dicembre 2017, pur rispettando la scelta di coloro che sceglieranno di mobilitarsi.

La lotta alle pretese padronali si fa 365 giorni all’anno con la pratica quotidiana di resistenza ed opposizione, non con gli eventi spot.

Unione Sindacale di Base Lavoro Privato