Anche negli Stati Uniti lavoratori e cittadini trasformano una festa in protesta contro i centri commerciali
Venerdì di protesta per i lavoratori del colosso della grande distribuzione Walmart. Uno sciopero che cade intorno al "black friday", il giorno che, negli Stati Uniti, è consacrato all'inaugurazione dello shopping natalizio. I lavoratori accusano la multinazionale di voler tagliare posti di lavoro e di abbassare ulteriormente i salari dei dipendenti. A questo si aggiunge, spiegano i manifestanti, l'obbligo di lavorare anche nelle festività, come l'appena trascorso giorno del Ringraziamento, e sempre per un salario troppo basso. In 1.500 città in tutto il paese, si sono svolte accese proteste.
Contemporaneamente una parte della società americana trasforma il "black friday2, in “Buy Nothing Day”. Il venerdì successivo al Thanksgiving è la ricorrenze più consumistica del calendario statunitense, dopo il pranzo del ringraziamento inizia la folle corsa all’acquisto, condita da scene di pura follia collettiva e veri e propri accampamenti davanti i centri commerciali ed i punti vendita delle più note catene di negozi. Ma l’altra faccia dell’America ha detto no alla celebrazione del consumo astenendosi dagli acquisti ed inscenando flashmob e incursioni di zombie o cortei di carrelli vuoti nei centri commerciali.
Insomma, gli americani hanno saldato le proteste dei consumatori e dei lavoratori del commercio. Il modello sociale che ci vogliono imporre a livello globale, attraverso lo sfarzo e le luci dei Centri Commerciali, è soltanto un inganno in favore dei profitti delle grandi multinazionali del commercio ed un danno per i lavoratori, i consumatori e la società.
Il prossimo 8 dicembre, proprio in concomitanza del tradizionale inizio dello shopping natalizio nel nostro paese, l’USB ha lanciato l’iniziativa “L’OTTO IO LOTTO”, in numerose città italiane si terranno proteste fuori e dentro i centri commerciali, l’appello alla mobilitazione è stato raccolto da tante lavoratrici e lavoratori e da comitati e movimenti territoriali. Insomma il capitale globalizza l’erosione dei diritti e del salario e trasforma la società in funzione dei profitti, lavoratori e cittadini globalizzano le proteste e si oppongono a questo modello di società dove tutto è mediato dal denaro, finanche le festività.