Aperture domenicali: Federdistribuzione e l'associazione DIFESADELCITTADINO se la cantano e se la suonano

Roma -

Aprendo il sito di Federdistribuzione, sempre saturo di notizie che riguardano i propri associati ma anche i cittadini e i consumatori, non possiamo non soffermarci su quanto riportato in “primo piano”: la petizione dell’associazione “DIFESADELCITTADINO” per confermare e promuovere l’iniziativa delle aperture domenicali degli esercizi commerciali.

 

Tra le ragioni della petizione, contro ogni indicatore economico e fuori dalla realtà, si afferma che le aperture domenicali “hanno incentivato non solo il consumo, con un beneficio economico positivo per i commercianti e per tutto il sistema economico, ma hanno soprattutto consentito a tanti italiani di aver la possibilità di usufruire di più ampie possibilità di fare acquisti durante la settimana, a fronte di sempre meno tempo disponibile”.

 

All’Assoociazione “difesadelcittadino” vorremmo chiedere da dove hanno estrapolano tali dati, considerando che anche le stesse associazioni dei commercianti ci dicono che il settore del commercio è uno di quelli che più ha risentito della crisi economica attuale. Non è assolutamente vero che la scellerata liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali voluta dal governo Monti con il famigerato decreto denominato “Salva Italia” ha prodotto più assunzioni ed un incremento dei consumi nel settore. E' vero il contrario e le continue ristrutturazioni aziendali, la chiusura di migliaia di piccoli esercizi commerciali e una cronaca di licenziamenti di massa senza fine stanno lì a dimostrarlo.

 

La realtà ci racconta di molti “piccoli” centri commerciali che sono ormai svuotati dai clienti che riescono a fatica ad arrivare a fine mese, cittadini che non hanno come priorità lo shopping; ci racconta di molte attività commerciali che sono costrette alla chiusura poiché non riescono a sostenere le spese di affitti esosi richiesti dalle multinazionali che gestiscono questi “megaspendodromi”. Solo nei grandi centri commerciali continua l’afflusso di persone ché però non spendono, anzi vivono i centri commerciali come luoghi di “non ritrovo”.

 

Quale servizio fondamentale alla comunità svolge una venditrice di calze,  un venditore di televisioni o un precario a partita iva che ci vuole vendere un contratto di una compagnia telefonica? L’associazione impropriamente paragona i lavoratori del commercio a chi veramente svolge un lavoro essenziale o vitale per i cittadini come chi lavora nella sanità o nei trasporti; ma la logica delle aperture domenicali e festive è funzionale soltanto alle multinazionali della grande distribuzione che di fatto sono le uniche a trarre profitto e a scaricare la crisi inasprendo la dinamica di sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici del commercio che di certo non sono cittadini di serie B.

 

I danni provocati alla vita familiare di questi lavoratori non sono prese di posizioni ideologiche ma la cruda realtà di cittadini/lavoratori ormai allo stremo che spesso perdono la loro occupazione, non solo per la precarietà devastante che ormai caratterizza tutti i contratti, quando questi ci sono, ma  anche a causa della impossibilità di poter gestire le proprie famiglie, soprattutto per le centinaia di migliaia di lavoratrici madri che non riescono in nessun modo a far coincidere il loro ruolo con la giungla di orari comunicati il giorno prima, flessibilità, precarietà diffusa, molestie sessuali, straordinari richiesti e non pagati, sfruttamento, vessazioni e tanto altro ancora.

 

Nel testo della petizione si legge ancora: “È necessario mobilitarsi perché sia mantenuto un diritto di tutti, al lavoro, all’acquisto, al risparmio in libertà, nel rispetto delle leggi di tutela dei lavoratori e della libertà di impresa. Mettere un freno alle liberalizzazioni significherebbe rallentare i consumi e la ripresa economica del Paese…”.

 

Noi siamo d’accordo su una solo cosa:

E’ NECESSARIO MOBILITARSI AFFINCHE' SIANO MANTENUTI E ESTESI I DIRITTI DEI LAVOTATORI !

Perché sia garantito un lavoro, un contratto e un salario degno, l’unica cosa che permetterebbe veramente all’economia di questo paese di ripartire.

 

Crediamo che chi lavora nel commercio debba essere LIBERO di poter scegliere se lavorare la domenica e non costretto, senza neanche la misera maggiorazione prevista dall’attuale CCNL, come invece è nelle richieste della stessa Federdistribuzione rispetto al rinnovo del Contratto Nazionale del Commercio e che USB, insieme ai lavoratori, si sta già organizzando a contrastare.

 

Vorremo confrontarci con “DIFESADELCITTADINO” e siamo sicuri che se vorranno conoscere quali sono le reali situazioni di lavoro e di vita che sono costretti a subire ogni giorno le donne e gli uomini che“lavorano” nel settore del commercio, potremmo parlare di ben altre petizioni in difesa dei lavoratori.