Caos in Coop fra esuberi e passaggi di proprietà
A pochi mesi dall'imposizione del nuovo integrativo da parte di Unicoop Tirreno, l'azienda ha già annunciato chiusure e ridimensionamenti.
USB aveva denunciato, nel silenzio generale delle altre sigle sindacali, come le imposizioni di Unicoop Tirreno, presenti nel nuovo integrativo, fossero solo un sistema per scaricare sui lavoratori le incapacità gestionali dell'azienda. Avevamo esortato con forza l’intervento di tutto il mondo cooperativo, che deve farsi carico in modo unitario dei possibili problemi di una delle sue partecipate interne.
Oggi, a pochi mesi da quella firma, che avrebbe dovuto riportare Unicoop Tirreno allo splendore, non solo i lavoratori subiscono la diminuzione dei diritti, ma Coop annuncia cessioni e ridimensionamenti in tutto il Lazio.
L’ultima situazione a rischio, con decine di esuberi già annunciati, è quella del centro commerciale Casalino.
Non solo sono stati già annunciati decinde di esuberi, ma Coop per avviare le procedure di mobilità, previste per legge in questi casi, impone una flessibilità a 44 ore per tutto il Lazio.
Tempo di vita e socialità sottratto ai lavoratori per fare accumulare profitto alle aziende. Non basta evidentemente l'aumento di orario con una decurtazione dello stipendio, già insita nell'integrativo, che ha portato i dipendenti Unicoop Tirreno a perdere quasi 400 euro di stipendio fra cambi di parametro e diminuzione di permessi e pause.
Tutti i lavoratori della galassia Coop sono a rischio, vista la mancanza di azione unitaria del mondo cooperativo. A Guidonia, per esempio il mondo Coop ha deciso di svendere ad un altro gruppo commerciale, invece di impegnarsi unita nel salvaguardare la professionalità e i diritti dei propri dipendenti. Decine di lavoratori, continuano tutt’ora a lavorare, senza alcuna garanzia occupazionale e salariale.
Ma del resto quando si è “eroi” tutto è concesso, perfino le domeniche obbligatorie. A dispetto di tutte le false rassicurazioni di Unicoop Tirreno e di cgil, cisl, uil e cobas i lavoratori hanno le domeniche calendarizzate che non possono rifiutare, come sta accadendo a Colleferro.
Non dobbiamo rimanere in silenzio, per contrastare il giogo di padroni e sindacati che hanno firmato il contratto integrativo, dobbiamo organizzarci uniti.
Invitiamo tutti i lavoratori a contattare i delegati USB del proprio punto vendita o del territorio per preparare la lotta, anche nelle zone non ancora coinvolte direttamente da chiusure e imposizioni. Dobbiamo essere consapevoli che la strategia messa in atto, ieri, in Campania per sottrarre diritti e salario è la stessa che oggi riguarda il Lazio e domani coinvolgerà la Toscana e tutta Italia.
Usb Commercio