Carrefour vende, ma a pagare saranno 769 lavoratori. USB: mobilitazioni davanti ai supermercati
Carrefour annuncia la dismissione di gran parte della rete italiana. Nel piano sono coinvolte 9 regioni: Valle D’Aosta, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Sardegna per un totale, al momento, di 769 lavoratori a rischio.
In particolare sono 261 gli esuberi in 27 ipermercati, 313 in 67 market, 168 in 10 cash&carry e 168 posti di lavoro presso le sedi amministrative di Milano, Nichelino, Roma, Airola, Grugliasco, Napoli , Rivalta Moncalieri. Prevista poi la cessione di 106 supermercati, di cui 82 Express e 24 Market a piccoli imprenditori di cui 41 in Lombardia, 18 in Campania, 17 in Liguria, 16 nel Lazio, 6 in Toscana, 4 in Emilia Romagna, 3 in Piemonte e 1 in Abruzzo, che coinvolgeranno circa 1.000 lavoratori compresi quelli delle sedi amministrative.
Con la scusa delle difficoltà economiche e del calo di fatturato si cerca per l’ennesima volta di far pagare ai dipendenti le incapacità gestionali dell’azienda. USB non cade in questa trappola: se anche fosse accertato il rosso rispetto agli anni passati, è l’azienda a doverlo pagare, non certo i lavoratori e nemmeno lo Stato. Anzi, il Governo deve pretendere la restituzione di tutti i benefici economici concessi in questi anni.
Carrefour è stata la prima in Italia a lanciare i negozi aperti tutta la notte, così come nelle domeniche e nei festivi lavorativi, raccontando la favola del volano per l’occupazione e per la ripresa economica. I lavoratori sarebbero stati liberi di scegliere il lavoro festivo o domenicale, percependo una maggiorazione rispetto all’orario ordinario e vedendosi comunque garantito il giorno di riposo settimanale. I consumatori avrebbero avuto il libero accesso agli acquisti, anche in giorni e in orari considerati fuori dal consueto.
La realtà, come USB ha sempre denunciato, è stata l’aumento della flessibilità, con la quale i dipendenti sono obbligati a continui cambi ed aumenti dell’orario, senza alcun preavviso. Le pochissime assunzioni sono precarie, tramite agenzie interinali, senza diritti né garanzie.
Oggi, il modello h24 è servito solo a togliere diritti e salario ai lavoratori, per poi svenderli o licenziarli alla ricerca di un profitto ancora maggiore.
Nessun accordo al ribasso che preveda esodi, trasferimenti o licenziamenti deve essere sottoscritto, solo perché magari contenga qualche virgola sulle modalità dei licenziamenti.
Il Governo deve costringere Carrefour a restituire tutte le agevolazioni, la Cassa integrazione e i benefici ottenuti, comprese eventuali spese di bonifica e riqualificazione dei territori dove sono stati costruiti i mostri in cemento della multinazionale.
USB invita alla mobilitazione tutti i lavoratori della Grande Distribuzione Organizzata, perché piani simili non rimarranno isolati, e si impegna ad essere presente davanti ai supermercati, nel quadro delle iniziative di mobilitazione in preparazione della giornata di protesta del 4 dicembre, NO Draghi Day, per denunciare questo ennesimo pesante attacco all’occupazione e ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori nel nostro paese.
USB Lavoro Privato - Commercio