Centri commerciali, in SALDO ci sono salute e diritti dei lavoratori

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Si parla già di terza di terza ondata, accusando le famiglie di festini natalizi, la realtà è una pandemia in atto da più di un anno che si diffonde soprattutto nei luoghi di lavoro. Il Commercio ne è la prova, con un aumento dei lavoratori uccisi del 67% rispetto lo stesso periodo dello scorso anno.

Il settore che durante la Pandemia "ha scoperto di essere indispensabile", ha lavorato ininterrottamente senza le misure di prevenzione obbligatorie per ridurre i contagi, subendo l'aumento dei carichi e dello stress.

A questo si aggiunge la perdita economica. In maggior parte, la Grande Distribuzione ha aumentato vendite e profitti, eppure ha fatto ricorso in modo illegittimo alla Cassa integrazione, sfruttando le maggiori possibilità offerte dai decreti rispetto la legge precedente.

In questo scenario, iniziano i Saldi invernali.

Se per i consumatori questa stagione di vendite promozionali è un'occasione tanto attesa, per i lavoratori è un pugno allo stomaco.

Le limitazioni nei weekend e nei festivi infatti sono troppo timide per impedire gli affollamenti. Assistiamo ogni giorno a code, dove non è garantita la distanza minima prevista e troppe volte le mascherine sono indossate male o inadatte.

Visto il silenzio delle aziende, disinteressate al fatto che i centri commerciali si stiano trasformando in focolai, pur di fare profitto, esortiamo le istituzioni ad effettuare controlli stringenti, sanzionando tutte le mancanze.

L'Italia si avvia alla campagna vaccinale su larga scala, mentre i lavoratori del commercio non vengono sottoposti nemmeno a tamponi periodici. Nel settore mai è stato fatto un monitoraggio della salute dei dipendenti, anzi. Spesso le aziende nascondono o ritardano la comunicazione di persone positive per evitare chiusure e sanificazioni.

 

La salubrità dei luoghi di lavoro del Commercio è una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. I lavoratori sono sottoposti ad ogni livello di stress: paura del contagio, aumento dei carichi di lavoro, proroga della cassa integrazione e perfino abuso di mansioni. Chi infatti è impiegato nella grande distribuzione ha sperimentato un considerevole aumento di ordini online, spesso gestito dallo stesso personale che a negozio aperto serve la clientela, e che durante le chiusure forzate si trova adibito a "impacchettatore".

 

Non accettiamo che in saldo ci sia la salute e i diritti dei lavoratori alla stregua della merce venduta.

Uniamo le lotte, al di là del nostro singolo punto vendita.

 

 

Usb Commercio