Centri commerciali, la sicurezza deve venire prima degli acquisti natalizi

In vista dell’8 Dicembre e con l’avvicinarsi del Natale la Grande Distribuzione deve garantire il contingentamento e le mascherine Ffp2

Nazionale -

Salgono i contagi da Coronavirus, tanto che alcune Regioni tornano in zona gialla e le restrizioni si fanno più vincolanti per evitare gli assembramenti, solo i centri commerciali sembrano immuni al contagio.

Il Governo, così come lo scorso anno, ha ceduto alle pressioni della Grande Distribuzione e non ha posto alcun vincolo alle aziende.

Già il fine settimana del black friday ha visto in tutta Italia assembramenti e code, persone in fila per ore, in chiacchiere fra loro, con le mascherine abbassate e senza il dovuto distanziamento.

Il prossimo 8 Dicembre, considerato uno dei giorni più redditizi dell’anno rischia di trasformarsi nell’ennesimo focolaio per lavoratori e clienti.

I lavoratori, con la fatica di indossare la mascherina per tutto il turno, sono costretti a sobbarcarsi mansioni di controllo e sanificazione che non gli competono e per cui non sono né formati né pagati.

In una situazione di mancati controlli delle temperature e dell’afflusso, con persone sempre più esasperate dalle mascherine, basta un solo positivo per diffondere il contagio in tutto il punto vendita.

Le attuali misure sono completamente insufficienti e, almeno in tutto il periodo natalizio, in cui è previsto un aumento dell’afflusso delle persone, devono essere ripristinati i controlli all’ingresso con un il numero massimo di persone all’interno del negozio.

Allo stesso modo devono essere fornite mascherine Ffp2 a tutti i dipendenti che vivono il centro commerciale, al di là del contratto di assunzione, che sia tramite cooperativa o direttamente dall’azienda e al di là della mansione svolta, i promoter si ammalano come un capo negozio.

Ricordiamo che, con Legge 133 del 24 settembre 2021, lo Stato ha imposto le mascherine Ffp2 per tutti i lavoratori a contatto con il pubblico, proprio perché non vi è nessuna garanzia né sicurezza che i consumatori le indossino in modo corretto.

E’ necessario non solo mantenere le attuali misure di salute e sicurezza per i centri commerciali, ma anzi restringerle ulteriormente. Le poche aperture fatte fino ad oggi mostrano la difficoltà dei clienti a mantenere le misure di prevenzione e l’ingordigia delle aziende a sorvolare su eventuali mancanze con l’unico scopo di vendere.

Le aziende puntano solamente ai loro profitti e sono disposte a mettere a rischio la salute, e la vita, di lavoratori e clienti pur di non abbassare un punto percentuale. Profitti che servono solo alla classe datoriale, che mai sazia poi chiude e cede i punti vendita per guadagnare ancora di più, le situazioni di Pam e Carrefour sono emblematiche della realtà.

Usb pretende la redistribuzione dei profitti accumulati. Redistribuzione in termini di riduzione di orario a parità di salario e di investimenti in sicurezza. Ad oggi, i grandi marchi che fanno del calore e della familiarità il loro leit motiv pubblicitario, mettono a rischio la salute pubblica. Sono centinaia i lavoratori contagiati dal Coronavirus.

Esiti positivi comunicati in ritardo, quando vengono comunicati, per risparmiare su eventuali quarantene, chiusure e sanificazioni.

Gli orari di apertura giornaliera vanno ridotti per tutelare la salute sia dei lavoratori sia dei consumatori.

I dipendenti hanno diritto a pause aggiuntive visti i carichi e la tensione a cui sono sottoposti.

Usb, insieme ai lavoratori, non cade nel ricatto fra salute e lavoro, stiamo mettendo in atto tutte le forme di lotta necessarie, compreso lo sciopero. Senza risposte chiare, da parte delle Istituzioni e delle aziende, siamo pronti a bloccare lo shopping natalizio.

Ci sono problemi di sicurezza nel tuo punto di vendita?

Contattaci per studiare insieme il percorso specifico a partire dalla segnalazione agli organi competenti per arrivare allo sciopero in caso di mancate risposte.

 

Usb Commercio