Commercio, i profitti devono essere redistribuiti ai lavoratori

I profitti accumulati dalla Gdo durante la seconda ondata devono essere investiti in termini di sicurezza e riduzione dell’orario

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Così come avvenuto durante la prima ondata, la Grande Distribuzione ha visto incrementare le vendite fin dalle prime avvisaglie di possibili lockdown e chiusure.

Le zone rosse e arancioni hanno visto crescere maggiormente gli acquisti, superando, nel mese di Ottobre, il 7% al Nord e il 4% al Sud.

Un trend che è destinato a segnare ulteriori aumenti visto l’aumentare delle zone ad alto e medio rischio, in cui gli spostamenti e le aperture sono ridotte al minimo. Lo shopping diventa una delle poche occasioni per uscire, così come la serata o l’aperitivo fuori si trasforma nel comprare il necessario nel centro commerciale e poi consumarlo a casa.

La Grande Distribuzione ne è ben consapevole e visto l’avvicinarsi del Natale, ha già mosso i primi passi per sfruttare ancora di più la situazione. In particolare la verdura è aumentata del 5% e la frutta del 9%.

Questo aumento considerevole dei profitti per le aziende è reso possibile solo grazie al lavoro dei dipendenti che, nonostante la continua esposizione a rischio, continuano ad operare nei punti vendita, in molti casi senza le dovute misure di sicurezza per ridurre al massimo il contagio da Coronavirus.

Aumentano i profitti e i costi, ma il prezzo più alto lo pagano i lavoratori in termini di salute e diritti.

Ad oggi, i lavoratori sono sottoposti a carichi insostenibili fra interi turni con la mascherina, assembramenti non gestiti dalle aziende e la mancanza del dovuto riposo. Ricordiamo infatti che non vi è un’indicazione univoca sulle chiusure serali e nei fine settimana, così ogni Marchio sfrutta le mancanze o incongruenze dei decreti a proprio favore, tenendo aperto fino alle 22.00 o la Domenica.

Usb, al fianco dei lavoratori, pretende la redistribuzione del profitto, segnato dalle aziende, a partire dalla riduzione dell’orario di lavoro senza alcun ribasso dei salari. I lavoratori non possono, in particolare nelle attuali condizioni causate dall’emergenza sanitaria, operare per turni di più di sei ore senza pause, costretti a correre per cambiarsi, mangiare o andare in bagno. In questo modo vengono meno perfino i tempi necessari per mantenere le distanze gli uni con gli altri o igienizzarsi le mani. Possibili turni scoperti, dovuti a malattie o assenze devono essere colmati attraverso una nuova campagna di assunzioni con regolare inquadramento. Non accettiamo assunzioni di comodo di lavoratori precari, il ricorso a continui straordinari, comunicati all’ultimo momento o addirittura alle trasferte da un territorio all’altro.

Fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, continuiamo a sottolineare come le mascherine non servano a fare pubblicità all’azienda. La priorità non deve essere il marchio in bella mostra, ma la loro effettiva protezione dal contagio. Le aziende devono fornire mascherine ffp2 o ffp3 che proteggono chi le indossa fino al 98%

I lavoratori del Commercio non sono il tacchino sulla tavola imbandita della Grande Distribuzione. Stiamo mettendo in atto tutte le forme di lotta necessarie, con l’appoggio spesso dei clienti.

Andrà tutto bene perché ci riprenderemo tutti i nostri diritti.

 

Usb Commercio