Commercio, per lo stesso lavoro metà stipendio e nessun diritto

Nel settore Commercio e servizi esistono fino a 274 contratti diversi, un sistema per assumere i lavoratori con il minimo livello e poi costringerli ad occuparsi di tutto

Nazionale -

Il sistema dei contratti a ribasso è il sistema messo in atto dalle aziende per ridurre i costi di assunzione, sfruttando i dipendenti e dividendoli fra loro. Nel Commercio esistono 274 contratti nazionali diversi, alcuni firmati da Cgil Cisl Uil, alcuni da sigle minori, a volte anche fittizie, create solo con questo scopo.

Una giungla contrattuale usata innanzitutto per risparmiare sul costo del lavoro, un aiuto commesso può guadagnare 1600 euro o 1100 (sempre lordi) per svolgere sempre le stesse mansioni.

Almeno il 15% della forza lavoro è piegata da queste forme contrattuali al ribasso, come analizza nel suo studio il professor Giovanni Piglialarmi, ricercatore di diritto del Lavoro all’università di Modena e Reggio Emilia “Il Ccnl Confcommercio prevede per un garzone un minimo di 1280 euro per 14 mensilità, con una maggiorazione nei festivi del 30%, quello di Cifa e Confsal consente alle aziende con sede al Sud di assumere a mille euro.”

Una possibilità ad oggi legale, permessa dalla legge che anzi ha favorito le aziende che decidono di aprire in una zona definita “depressa” a spese del salario dei lavoratori, viene permessa una differenza fino a 300 euro in busta paga.

Allo stesso modo, il tempo sottratto alle nostre vite e ai nostri affetti perché costretti a lavorare nei festivi o la notte non è uguale per tutti. Vi è una differenza, fra i vari Ccnl fino al 22% per lo straordinario notturno, quello per lo straordinario festivo si riduce dal 30% al 25%.

Un esempio eclatante della situazione, è stato messo in atto da Unicoop Tirreno che ha ceduto due punti vendita in Campania, svendendo anche i lavoratori, passati dal Ccnl Distribuzione cooperativa a quello Cisal.

Sappiamo bene come questo sistema oltre ad abbassare salari e diritti è uno strumento in mano alle aziende per dividere la classe lavoratrice. Due aiuti banconieri, che operano al fianco per riempire lo stesso bancone hanno due contratti diversi, uno guadagna 1500 euro l’altro 1.070, hanno regolamenti diversi su permessi, ferie e malattia.

Se le aziende pensano che, in questo modo, il nemico diventi il nostro collega, si sbagliano, non ci facciamo imbrogliare.

USB contesta e si batte anche contro i Ccnl più applicati, ad oggi in scadenza o scaduti, che vengono rinnovati al ribasso aumentando l’orario di lavoro con una decurtazione del salario, inserendo le domeniche obbligatorie e cancellando la giusta retribuzione della malattia. Contratti più attenti all’assistenza sanitaria privata e alla previdenza complementare che alla busta paga dei lavoratori. Questi rinnovi, che ogni volta sottraggono diritti, sono la prima causa dell’esistenza di Ccnl minori.

La Costituzione garantisce il diritto ad una paga proporzionata alla quantità e qualità del lavoro, in ogni caso sufficiente ad assicurare a se e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Il salario minimo deve essere approvato nell’immediato, in modo da liberare i lavoratori dallo strapotere delle aziende.

 

USB Commercio