Commercio, stai male? Non sei pagato

Mentre in Spagna è in discussione il congedo mestruale, in Italia la malattia di pochi giorni viene interamente retribuita solo per le prime due volte nell'anno

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In Spagna si sta discutendo, per arrivare in settimana all’approvazione, di una legge che riconosca il congedo mestruale di tre giorni al mese. Una tutela fondamentale per le lavoratrici, in considerazione che almeno un terzo delle donne, durante il ciclo mestruale, soffre di dismenorrea cioè fortissimi dolori, accompagnati da giramenti di testa, nausea e svenimenti.

Il segretario di Stato spagnolo per la parità di genere Angela Rodriguez ha dichiarato “Se qualcuno ha una malattia con tali sintomi è concessa un’invalidità temporanea: lo stesso dovrebbe valere per il ciclo mestruale. Nella legge sono previste anche alcune misure per migliorare la salute delle donne durante il ciclo, come l’obbligo per le scuole di fornire assorbenti. Si punta inoltre a rimuovere l’Iva dal prezzo degli assorbenti, andando incontro alle richieste delle donne spagnole.”

In Italia, non solo le mestruazioni sono una colpa, tanto che non vengono riconosciute come invalidanti e gli assorbenti hanno un'Iva del 22% come prodotti di lusso, ma addirittura la stessa malattia breve viene colpevolizzata e non retribuita.

Nel Commercio, il contratto collettivo prevede la retribuzione completa solo per i primi due eventi di malattia breve in un anno, il terzo viene retribuito al 66%, il quarto al 50%.

E se ci sente male una quinta volta, sempre per pochi giorni? Nessuno stipendio è previsto.

Se consideriamo il caso delle mestruazioni, in un settore che vede l’occupazione femminile pari al 70%, sarebbe una volta al mese, di cui otto volte senza alcun tipo di retribuzione.

Una situazione gravissima che non garantisce più il diritto alle cure e viola le norme di salute e sicurezza, spingendo i dipendenti a recarsi sul posto di lavoro anche malati, esposti al rischio di infortuni, spesso con esito gravissimo.

Ciglcisluil hanno firmato il contratto collettivo senza alcuna opposizione, asserendo addirittura come i lavoratori sarebbero dei possibili truffatori.

“Al fine di prevenire situazioni di abuso” queste le parole sottoscritte per giustificare la privazione del diritto alla malattia.

Ci si chiede se a fare i padroni siano più bravi loro stessi o tali sindacati.

Usb invita tutti i lavoratori e le lavoratrici, che subiscono questa situazione, a contattarci per decidere insieme il percorso di lotta e rivendicazione per riprenderci i nostri diritti.

Verso lo Sciopero generale del sindacalismo di base del 20 aprile, invitiamo tutti i lavoratori del settore a scendere in piazza

 

USB Commercio