Conad, licenziati 817 lavoratori

Il Gruppo Conad chiude gli uffici Auchan, coinvolgendo tutte le strutture di sede

Roma -

Confermate le peggiori previsioni sull’acquisizione del gruppo Auchan da parte di Conad. Nonostante le blande rassicurazioni di quest’ultima, infatti, sono già 817 i lavoratori delle strutture di sede licenziati. Rozzano, nel milanese, è la zona più colpita con 456 impiegati messi in mobilità a cui si aggiungono i dirigenti.

 

L’intera operazione, come già denunciato da Usb, fa parte del piano industriale presentato da Margherita distribuzione, bad company di Bdc Italia, società creata da Conad e da Wrm del finanziere Raffaele Mincione, per gestire l’acquisizione del gruppo Auchan.

Un piano industriale che pesa interamente sulle spalle dei lavoratori. Conad punta nel primo semestre 2020 a ridurre drasticamente il costo del lavoro. Dopo il personale di sede sarà la volta del personale impiegato nei punti vendita, fra incentivi all’esodo, mobilità, pre pensionamenti e licenziamenti, sono più di 6 mila i lavoratori a rischio.

Eppure l’acquisizione di Auchan Italia da parte di Conad è avvenuta senza alcun debito pregresso, anzi con un capitale sociale di un miliardo di cui 500 milioni versati da Auchan holding per coprire circa 30 mesi di possibili perdite.

Il patron di Conad chiese anche ai fornitori un contributo, sotto forma di extra sconto fino al 20% applicato sulle fatture di luglio e agosto 2019.

In questo contesto più che favorevole, Usb chiede pubblicamente il perché fare ricorso ad un bad company come Margherita Distribuzione, che nell’ultimo biennio ha fatto segnare un - 4,7% dei ricavi su base annua e ricavi medi per superficie inferiori del 50% rispetto alla media del mercato oltre alla disaffezione della clientela. Si parla di ricavi stimati in calo del 10% nel 2019.

L’adozione del tanto sbandierato modello Conad avverrà solo in una seconda fase per garantire profitto all’intero gruppo datoriale, mentre i lavoratori della logistica, degli uffici e dei centri commerciali si vedranno cancellare, nella miglior delle ipotesi diritti e tutele.

Usb chiede un incontro al Governo e in particolare al Ministero del Lavoro, che non può rimanere ancora in silenzio.

Il sindacato è pronto a qualsiasi tipo di mobilitazione si renda necessaria al fianco di tutti i lavoratori coinvolti.

 

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