Contratto integrativo Ikea: la posizione di USB. Richiesta di unitarietà impraticabile in questo quadro anche in Ikea – Collegno

Torino -

Cgil-Cisl-Uil si sono purtroppo resi protagonisti, negli ultimi decenni, della sottoscrizione di una sequela di contratti nazionali, contratti integrativi e accordi interconfederali i cui contenuti hanno sostanzialmente inchiodato i salari dei lavoratori ad essere il fanalino di coda a livello europeo, lasciando sul piatto una perdita di potere di acquisto vertiginosa. La responsabilità di una contrattazione definita essenzialmente sulle esigenze del padronato, ossia ancorata alla produttività, alla flessibilità lavorativa, al welfare aziendale ha in pratica portato gli stipendi reali a scendere di quasi il 20% e a un mondo del lavoro frammentato e precario.

Anche sul versante della cosiddetta democrazia sindacale queste organizzazioni si sono allontanate dalle necessità e dai bisogni dei lavoratori: gli accordi interconfederali firmati hanno avuto la funzione di limitare le agibilità e la possibilità del sindacato di base di crescere.

Queste dinamiche sono ampiamente riconducibili a quanto è successo e succede da tempo nel gruppo Ikea e anche in Ikea-Collegno. Negli anni, al di là delle vicende del contratto nazionale, si è scelto di allontanare la contrattazione integrativa dalle reali esigenze dei lavoratori nei singoli stabilimenti, con risultati penalizzanti e intere questioni non affrontate come quelle del comparto logistica. Nei fatti la contrattazione di stabilimento non esiste più. In Ikea-Collegno, inoltre, si vota ancora con il meccanismo capestro della quota garantita ai sindacati firmatari, una vestigia quasi “medievale” rispetto alla democrazia sindacale tanto sbandierata.

Inoltre, l’invito a una mobilitazione unitaria avviene oggi sulla base di una piattaforma di rinnovo dell’integrativo i cui contenuti non ci sono noti e comunque senza che sia stata partecipata e condivisa dal nostro sindacato fin dal precedente CIA del 2019.

Pertanto, in questo quadro, la richiesta di “unitarietà” che ci perviene da Cgil-Cisl-Uil è ad oggi per noi impraticabile perché cozza contro i fatti e la realtà. Detto ciò siamo invece disponibili a un percorso unitario che sia limpido e concreto e si dimostri coi fatti, ovvero a un percorso che rimetta al centro la contrattazione di stabilimento e il ruolo dei RSU, che stabilisca regole proporzionali e democratiche per il rinnovo delle cariche RSU (a cominciare dalle prossime votazioni in Ikea-Collegno), che rimetta in discussione gli accordi interconfederali in essere con il padronato, che stabilisca rinnovi capaci almeno di recuperare il potere di acquisto perso negli anni. Insomma, per l’unitarietà servirebbero una strada davvero comune sulla base dei bisogni dei lavoratori e una piattaforma condivisa che, purtroppo, ad oggi mancano.

 

Usb Lavoro Privato – RSU Ikea