Coop: Gli "OLIGARCHI" noncuranti del destino dei lavoratori

In allegato l'inchiesta de Il Fatto quotidiano

Roma -

In prima pagina del Fatto quotidiano di stamane campeggia un articolo molto dettagliato che descrive con dovizia di particolari l'articolato e discutibile sistema finanziario delle nove grandi cooperative di consumo.

 

Il titolo shock,"GLI OLIGARCHI ROSSI SI GIOCANO IN BORSA I SOLDI DELLE COOP", rende pienamente l'idea della mutazione genetica compiuta negli anni da un sistema d'impresa nato per avviare la "pratica dell'acquisto collettivo" e per assicurare alle cooperative di consumatori migliori garanzie e condizioni nell'approvvigionamento dei prodotti a vantaggio dei propri soci e lavoratori.

 

Non ci soffermeremo sulle dinamiche finanziarie che sono state sviscerate dal "Fatto Quotidiano" e che avevamo portato all'attenzione dell'opinione pubblica in occasione del convegno "LE MANI SULLA COOP" tenutosi a Napoli il 07 febbraio 2013, anche attraverso il contributo di Mario Frau, ex manager Novacoop e autore del libro "La Coop non sei tu", che individua“i 5 pilastri” che consentono alle Coop di occupare enormi spazi economici nel paese. In merito ai dirigenti della cooperazione, Frau parla di “gerontocrazia” e “casta di intoccabili”.

 

Mentre le nove grandi Cooperative di distribuzione sono concentrate più sulla finanza che sull'impresa, la nostra Organizzazione Sindacale ha respinto con forza la cessione dell'intero sistema cooperativistico campano in favore di soggetti privati che non offrivano alcuna garanzia e si sta battendo al fianco dei lavoratori  per sventare una mattanza occupazionale che prevede 250 licenziamenti nella Regione, così come ci opponiamo da anni alla pratica dei bassi salari, dell'abuso selvaggio della forma contrattuale del part-time, della precarietà strutturale dei dipendenti del sistema cooperativo, delle lacune in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; tutto ciò nella totale assenza di democrazia sindacale.

 

Lo scambio sociale che il sistema cooperativo illusoriamente promette ormai non regge più. Il modello di sviluppo dell'impresa cooperativa pare ormai tarato sui nuovi standard del mercato del lavoro. Se poi ci si aggiunge l’arroganza dei licenziamenti dei precari, degli accordi non rispettati, delle leggi violate, delle precettazioni sugli scioperi e delle condotte antisindacali, possiamo inserire le Coop sul banco degli imputati come aziende che drenano il territorio facendo profitti ma in cambio non rendono alcun valore aggiunto.

Inoltre, sul fronte sindacale. ci poniamo una domanda: ma i sindacati della triplice, e soprattutto la Cgil date le 'affinità' politiche con il Partito, possibile che non si siano mai accorti di niente??

Un'altra valida ragione per i lavoratori del commercio, per scioperare il 18 ottobre ed essere in piazza a Roma.

 

USB Commercio continuerà ad evidenziare queste contraddizioni e a produrre vertenze, mobilitazioni, scioperi, a tutela delle centinaia di uomini e donne che hanno riposto fiducia nella nostra indipendenza e nella nostra capacità di conflitto, se ne facciano una ragione gli "OLIGARCHI"!!!