Coop: nel Lazio minaccia esuberi nei suoi punti vendita ma acquista altri 52 Supermercati
CONTO SALATO PER I LAVORATORI
La recente operazione di acquisto da parte della Coop di 52 supermercati a Roma e nel Lazio a marchio Despar e InGrande, rilevati dal gruppo Faranda, secondo l’USB Lavoro Privato stride non poco con i 75 esuberi paventati dall’azienda nei punti vendita dell’Ipercoop Casilino di Roma e Aprilia 2, in provincia di Latina.
Esuberi rientrati dopo lo sciopero indetto dall’USB, che lo scorso 28 marzo ha visto un’altissima partecipazione dei lavoratori, scesi in piazza a Roma contro il piano dei licenziamenti.
Ma di fronte a quella che potrebbe apparire come un politica incongrua, da parte Coop si accompagna un progressivo abbassamento dei diritti, delle tutele e del salario dei lavoratori coinvolti nell’operazione.
Infatti nei 52 supermercati, che cambieranno definitivamente insegne solo al termine di quest’anno, si applica da subito il contratto del Commercio e non quello della Distribuzione Cooperativa, con notevole un risparmio per la Coop stessa.
Al contempo, per l’Ipercoop Casilino, Aprilia 2 ed Euroma 2, Cgil Cisl Uil hanno sottoscritto un pessimo accordo, che implica deroghe pesantissime ai contratti e mette a rischio l’occupazione per i dipendenti della cooperativa Futura Servizi, la quale fornisce in subappalto il servizio di e-commerce “La spesa che non pesa”.
C’è dunque poco da stupirsi se l’attuale ministro del Lavoro Poletti, ex presidente di Legacoop Nazionale, sia fra i più strenui difensori dell’ampliamento a dismisura della precarietà, e del relativo abbassamento di tutele, decretato dal governo Renzi: nel nuovo esecutivo viene esportato un modello di dumping sociale “a marchio coop”, che l’USB continuerà a contrastare dentro e fuori i luoghi di lavoro.