Coordinamento Nazionale Delegati del Commercio - Roma 16 giugno 2016
Si è svolto a Firenze giovedì 16 Giugno 2016 il coordinamento Nazionale dei delegati del commercio e della grande distribuzione organizzata.
Il settore è sottoposto, da parte dei grandi gruppi multinazionali, ad un profondo processo di ristrutturazione che attacca occupazione diritti e salari.
L’uscita di Federdistribuzione, che ancora non ha portato ad un rinnovo contrattuale Nazionale, da Confcommercio, dimostra che la crisi alimenta la competizione anche all’interno delle organizzazioni datoriali, producendo rinnovi contrattuali a ribasso.
I rinnovi contrattuali (quello firmato di Confcommercio e quelli scaduti da oltre 2 anni e ancora non rinnovati di Federdistribuzione e Coop di consumo), fanno emergere in tutta la sua drammacità da una parte il tacito assenso alle politiche di sfruttamento dei sindacati firmatari, e dall'altra la perdita di diritti e salario dei lavoratori. La mancata retribuzione dei primi tre giorni di malattia e l’obbligatorietà delle domeniche lavorative restano inalterati nel rinnovo di Confcommercio e nella piattaforma di Federdistribuzione e viene infatti ribadito il pesante attacco alla tutela della malattia.
Anche la questione del lavoro domenicale è rimasta tale e quale: l’80% dei lavoratori del commercio e della grande distribuzione sono donne e il lavoro nei giorni festivi sta rendendo loro la vita sociale e familiare impossibile, azzerrando di fatto i tempi di vita e di cura della famiglia. L’aumento contrattuale è a dir poco ridicolo e verrà vanificato dal mancato surplus derivante dalla prestazione straordinaria. Infatti in tema di flessibilità il CCNL firmato prevede fino a 44 ore settimanali per un massimo di 16 settimane annue; ore da “recuperare” entro l’anno. Apprendistato e tempo parziale mettono la ciliegina sulla torta del settore, che richiede il massimo della flessibilità al minor costo.
Nell’anno 2015 una buona fetta dei marchi della GDO, usufruendo delle modifiche apportate dalla riforma Fornero, ha aperto procedure di licenziamento, solidarietà, cassa integrazione e disdetto contratti integrativi di II livello che permettevano ancora di avere stipendi quasi decorosi.
La riunione, molto partecipata, ha evidenziato le problematiche gestionali e organizzative all’interno dei luoghi di lavoro, in parte dati dal fatto che nel settore non vengono riconosciute le agibilità sindacali ma soprattutto dalle pesanti ritorsioni che ormai sono di uso comune delle aziende verso chi prova a far rispettare i propri diritti.
Dalla discussione è emersa la necessità di riuscire a fare la differenza all’interno dei luoghi di lavoro cercando di andare incontro a quello che sono le necessità e le richieste più frequenti dei lavoratori.
Si apre la possibilità per l’USB di intercettare grossi gruppi di lavoratori del commercio colpiti da questa emorragia di diritti, alla quale si va ad aggiungere un malcontento di massa generato dalle liberalizzazioni del decreto Monti che ormai pesa sulle spalle, oltre che dei lavoratori, di un gran numero di famiglie.
Si è toccata, inoltre, la difficile situazione delle donne all’interno della Grande Distribuzione Organizzata. Da diversi dati emerge che l’80% dei lavoratori del commercio, infatti, sono donne. E quella degli appalti al ribasso, e si è ritenuto di lanciare una campagna: uguale lavoro uguale salario.
USB Commercio esce dall’assemblea con un notevole carico di lavoro e ampi obiettivi da raggiungere necessari alla riqualificazione di un settore che nel corso degli anni ha perso in salario e diritti ma che ha aumentato esponenzialmente il numero dei lavoratori.
Buon Lavoro a tutti!