Dipendenti Carrefour protestano incatenenati alla sarcainesca del supermercato

Catanzaro -

Incatenati alla saracinesca del supermercato, i lavoratori ex Carrefour in Calabria proseguono la loro protesta contro le manovre dell'azienda e le grandi manovre della distribuzione nel suo complesso, che ricadono sempre sui lavoratori.

 

Carrefour cambia denominazione in Simply e nel passaggio chiede ai lavoratori, ancora una volta, di lasciare pezzi di stipendio. Hanno cominciato con i lavoratori Carrefour dell’esercizio commerciale di Squillace, accampando scuse di compravendita e cessioni dell’azienda ed i lavoratori, invogliati dai sindacati "compiacenti" Cgil-Cisl-Uil, hanno abboccato, rimettendoci parte dello stipendio.

 

Ora hanno proposto qualcosa di peggio alla sede Cropani ora ex Carrefour, passano di mano l’esercizio commerciale da padre a figlio, cambiano denominazione da Carrefour a Simply, e nel passaggio chiedono ai lavoratori ancora una volta di lasciare pezzi di stipendio!

 

Un core business alla rovescia, che potrebbe aprire la porta ad un processo inarrestabile, fatto di ulteriori licenziamenti in tutto il gruppo. A chi toccherà domani essere messo alla porta? L’uscita dal Gruppo significa la perdita del posto di lavoro e di trattamenti economici e normativi importanti, frutto dell’impegno solidale di tutti. Il pericolo è il baratro della disoccupazione!!

 

Altro che “nuove opportunità di crescita professionale”! L’unica crescita sono stati i guadagni triplicati nella stagione estiva con i sacrifici dei lavoratori, ed ora voglio quadruplicare il profitto con i soldi dei dipendenti o con lo shopping natalizio. Basta con le favole.

 

Oltre alle politiche di “accaparramento“ nostrane, dobbiamo aggiungere che queste sono anche le conseguenze del decreto del governo, noto come “salva Italia”, che come da noi profetizzato, che sta producendo i suoi effetti nefasti ed evidenziando le sue contraddizioni. USB, ha già messo in campo una serie di battaglie con la immediata protesta dell'8 dicembre, per prosegue la sua campagna nazionale contro le liberalizzazioni degli orari di apertura degli esercizi commerciali, contro la precarietà e lo sfruttamento.

 

I lavoratori del commercio e della grande distribuzione sono per l'80%  donne, che lavorano nei giorni festivi rendendo loro la vita sociale e familiare impossibile, tra l'altro con contratti part time e precari e con salari bassissimi che occupano tanto tempo e restituiscono pochissimo reddito.

 

Ieri dopo l’incontro tra la USB ed i lavoratori in lotta senza stipendio da cinque mesi, abbiamo indicato il percorso sindacale per uscire da questa via Crucis precaria di questi lavoratori, la maggior parte dei quali sono donne e madri, in attesa di figli e con mutui a carico fuori dalle logiche concertative che hanno prodotto solo una sorta di “stabilizzazione precaria” che produce un reddito insufficiente e l’impossibilità di pianificare il futuro.

 

A breve calendarizzeremo una manifestazione pubblica per far sentire alta la voce della nostra protesta, che viene dal basso e che rende protagonisti delle proprie lotte i lavoratori ex Carrefour sostenuti dall'USB.