Dolce & Gabbana licenzia le lavoratrici intossicate nel rogo di Fiumicino
Iacovone (Usb): La griffe del lusso non ha scrupoli e licenzia giovani mamme
COMUNICATO STAMPA
Le lavoratrici Dolce & Gabbana del punto vendita di Fiumicino Aeroporto sono state licenziate durante dei colloqui personali nei quali l’azienda ha letto una fredda lettera che comunica il recesso del rapporto di lavoro dal prossimo 1 aprile. Le stesse lavoratrici che sono state costrette a prestare servizio all’indomani del terribile rogo di Fiumicino nell’aerea compromessa dall’incendio
«Un licenziamento assurdo – attacca Francesco Iacovone dell’Esecutivo Nazionale USB Lavoro Privato – che non ha alcuna motivazione plausibile, visto l’alto numero di lavoratori a termine delle altre boutique, una delle quali proprio nello stesso sedime aeroportuale e le altre a Roma, che potrebbero assorbire senza traumi i licenziamenti.»
«Dopo il danno anche la beffa - commenta il sindacalista Usb – all’indomani del rogo dell’aeroporto alcune delle dipendenti di Dolce & Gabbana erano appena rientrate dalla maternità e, di conseguenza, in allattamento. Queste lavoratrici, e più in generale tutti i lavoratori e le lavoratrici che operavano nelle zone compromesse dell'Aeroporto di Fiumicino, sono stati esposti a gravissimi rischi per la salute. Come se non bastasse, le stesse oggi vengono licenziate e resteranno senza reddito.»
«Dolce & gabbana studia le collezioni di moda facendo suadenti richiami alla famiglia (#DGFAMILY) – prosegue il rappresentante sindacale – ma non si cura delle famiglie che lavorano alle proprie dipendenze. In questa triste storia vengono meno il diritto alla salute e quello al lavoro, senza neanche la terribile condizione di scelta tra l’uno e l’altro. L’Usb si appella ai famosi stilisti affinché intervengano per fermare questo scempio, togliendo la firma della propria griffe da un simile attacco alle lavoratrici, alle donne e alle mamme che si ritroverebbero senza reddito e nella disperazione. »
«L’Usb sosterrà queste donne nella lotta, e dalla prossima settimana sciopererà ad oltranza e presidierà con le lavoratrici la boutique di via dei Condotti a Roma. Lavoro e salute sono due beni che non sono in vendita e, quelli sì, sono beni di lusso» conclude Francesco Iacovone