Douglas Italia, 346 lavoratori a rischio
Douglas Italia annuncia la chiusura di 128 punti vendita su tutto il territorio senza alcuna soluzione concreta per i lavoratori
La nota catena di profumerie e cosmetica impone, senza possibilità alternative, la chiusura di un quinto dei suoi negozi sul territorio nazionale entro un anno.
La multinazionale tedesca neanche due anni fa ha acquisito le profumerie Gardenia e Limoni, esaltando la specializzazione dei lavoratori. Gli stessi che oggi vengono considerati solo un costo, sacrificabile per salvaguardare profitti e liquidità. In una nota, la direzione ha dichiarato che le chiusure sono “necessarie per garantire una maggiore liquidità per favorire l’e-commerce”.
A fronte di un leggero calo del fatturato nell’anno del Covid, infatti Douglas non ha diminuito le sue entrate grazie proprio all’e-commerce, sfruttando la professionalità dei dipendenti. Questi, nonostante le chiusure, sono rimasti al fianco della clientela grazie a tutorial, corsi e consigli sulla cosmesi e sul trucco.
Lo sviluppo dell’e-commerce pertanto non può e non deve prescindere dai lavoratori, ma anzi essere un volano per nuove assunzioni.
I negozi scelti per la serrata sono in maggior parte nei centri storici delle città e nelle vie dello shopping, sopravvivono invece quelli all’interno dei grandi centri commerciali. Una pratica messa in atto dalla Grande distribuzione che denunciamo da anni. I centri città vengono svuotati in favore di piazze private, lavoratori e consumatori vengono recintati in gallerie e megastore in cui ogni dissenso è vietato e i diritti vengono abbattuti.
Le multinazionali arrivano sui territori, fagocitano i negozi preesistenti e poi senza alcuna concorrenza decidono orari, stipendi e tipologie contrattuali, sempre al massimo ribasso.
Non ci interessano le generiche rassicurazioni di Douglas su fantomatici compratori degli store, vogliamo la sicurezza che i livelli occupazionali e salariali non vengano toccati.
Esortiamo i lavoratori a non svuotare i punti vendita né i magazzini, non usciremo dai negozi senza prima avere delle certezze.
Usb Commercio