Esselunga, a rischio la salute di lavoratori e consumatori
Mascherine non idonee, nessuna sanificazione e assunzioni sottopagate di lavoratori interinali, questa è Esselunga
Esselunga, da sempre al fianco degli italiani, questo è lo slogan pubblicitario della nota catena commerciale, ma la realtà è completamente diversa.
Nonostante ormai i lavoratori morti di Covid-19 (il cosiddetto Coronavirus) siano 138, le aziende continuano a non adottare le condizioni di sicurezza per non favorire una diffusione ancora maggiore del contagio. Esselunga non ha attuato nessuna delle misure di prevenzione necessarie a garantire la salute dei lavoratori e dei consumatori, limitando l’esposizione a rischio. Dopo le continue richieste dei lavoratori, ad emergenza ormai in fase di picco, ha fornito solo ora i divisori in plexiglass, necessari a garantire il distanziamento fra lavoratori e consumatori nel momento del pagamento alle casse.
E’ vero che non vi sono disposizioni chiare sul numero delle persone che possono accedere contemporaneamente all’interno dei punti vendita, ma questa non può divenire la scusante per far entrare un numero eccessivo di clienti. Ad oggi, infatti, il contingentamento, seppur effettuato, non è sufficiente a garantire la distanza minima di un metro, in particolare in alcuni corridoi durante le fasi di sistemazione della merce.
Ricordiamo come, in base alle disposizioni ministeriali, dove non è possibile garantire la distanza minima di un metro, il datore di lavoro deve fornire tutti i dispositivi di sicurezza necessari. Esselunga ha recepito talmente bene le norme di legge da fornire ai suoi dipendenti mascherine di stoffa, senza certificazione CE. Mascherine che, dovrebbero essere monouso, invece i lavoratori sono costretti ad utilizzarle fino a fine emergenza, lavandole per proprio conto.
In aggiunta, Esselunga non effettua alcuna igienizzazione profonda, limitandosi al classico straccio con sostanze disinfettanti. Un sistema che niente ha a che fare con la sanificazione prevista per i casi di rischio biologico, come quello in atto dovuto al Coronavirus. In questo modo, le superfici a contatto con il pubblico, fra cui per esempio i carrelli toccati da centinaia di persone, diventano facilmente il veicolo di trasmissione del virus.
L’azienda però coglie l’ennesima occasione di fare profitto a discapito dei lavoratori, assumendo giovani interinali sottopagati e senza alcuna formazione specifica sulla sicurezza né per le il Coronavirus né per le mansioni specifiche a cui vengono adibiti.
Usb, al fianco dei lavoratori, non è disposta ad accettare gli abusi di Esselunga, che mettono a rischio la salute pubblica. I lavoratori sono in stato di agitazione e valuteranno, insieme al sindacato, tutte le azioni di lotta necessarie, finché l’azienda non adotterà le misure per tutelare i dipendenti e i consumatori che tutti i giorni vivono il punto vendita.
Usb Commercio