Integrativo Coop nel Lazio, inutile e dannoso

La Coop, come avevamo denunciato, continua ad essere in sofferenza nel Lazio nonostante l’approvazione dell’integrativo

Nazionale -

La cessione del negozio di Guidonia, da parte di Coop, e le difficoltà nella gestione del negozio del Casilino mostrano chiaramente come le problematiche nel mondo cooperativo debbano essere affrontate ogni volta da tutto l’insieme e non derubricate a singoli problemi di punto vendita.

Il recente rinnovo dell’integrativo, da parte di Unicoop Tirreno, spinto per risolvere i problemi dell’azienda, anche a causa del silenzio del resto del gruppo, ha portato soltanto ad un taglio del costo del lavoro, in termini di salario e diritti, senza alcuna salvaguardia né dei negozi né dei lavoratori.

Nei negozi Coop infatti si fa sempre più uso dei turni spezzati, sottoscritti da cgil, cisl, uil e cobas, che costringono i lavoratori a vivere fuori dai punti vendita fra uno stacco e l’altro. Contratti part time di 4 o 6 ore diventano così 10 ore fuori casa, gli stipendi miseri infatti non permettono di spostarsi quattro volte al giorno fra casa e lavoro.

Gli orari ormai vengono disposti in modo da coprire completamente la pausa pranzo con fermi di neanche mezz’ora che non consentono nemmeno la fruizione del pasto, compromettendo la salute e il riposo dei lavoratori.

La sottrazione del tempo di vita è diventata una costante dopo l’approvazione dell’integrativo, firmato da tutte le sigle sindacali, tranne Usb, tanto che i turni per il lunedi, nella maggior parte dei casi, vengono decisi la domenica. In questo modo, non si ha la possibilità di programmare la propria vita e i propri impegni al di fuori del negozio.

Coop assume in modo precario decine di lavoratori stagionali, non riconfermandoli nel loro ruolo a fine contratto, ma assumendone sempre di nuovi. Un sistema che, non solo mette in difficoltà l’organizzazione del lavoro, ma viene utilizzato appositamente per creare disparità fra i dipendenti. A sistemare la merce, per esempio, ci sono tre scaffalisti con quattro contratti diversi che l’azienda pensa di dividere con questo stratagemma vista la miriade di problematiche specifiche, legate alla sottrazione di diritti, che si vengono a creare.

Tutto il mondo cooperativo deve farsi carico delle problematiche che avvengono a livello di punto vendita, regione o sigla interna. Chiediamo spiegazioni chiare a Coop su quali siano le intenzioni e il piano industriale riguardo il Lazio.

 

Usb propone un coordinamento unitario di tutti i lavoratori Coop, al di là della singola sigla di appartenenza, da Unicoop a Superconti. Non facciamoci imbrogliare dall’azienda che cerca di dividerci, non ci servono favori personali, ci organizziamo uniti per riprenderci tutti i nostri diritti, a partire:

 

-da turni unici ed equi,

-dalla totale volontarietà del lavoro domenicale,

-dal consolidamento degli interinali,

-dalla sicurezza nei luoghi di lavoro.

 

 

Usb Commercio