Le lavoratrici della coop alla Littizzetto: ironizzi sugli spot televisivi… degli altri
Nella puntata di ieri di “Che tempo che fa”, la satira di Luciana Littizzetto ha avuto come bersaglio la coppia di amiche che parlano eccitate della confezione formato famiglia di Moment e l’omino della Conad, che si sveglia in piena notte per andare al supermercato a “risorvere il problema della gente”, utilizzando le solite immancabili metafore sessuali.
Un’attrice comica che fa satira, sembrerebbe tutto normale. Ma che dire della sua voce prestata ad una foca per pubblicizzare una grande azienda telefonica e del suo silenzio roboante alla lettera che un gruppo di lavoratrici della Coop, di cui Luciana Littizzetto è testimonial, le hanno scritto un anno fa proprio in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne?
L’enfatizzazione che la Littizzetto ha preso di mira nei due spot di ieri, è la stessa che le lavoratrici della Coop cercavanono di portare alla luce nello spot da lei interpretato. Se il Moment è una medicina e la Conad una semplice catena di supermercati, allo stesso modo la Coop non è il paese delle meraviglie.
Nella lettera le donne si rivolgono a Luciana dicendole, tra le altre cose, “Nei tuoi spot spiritosi descrivi la Coop come un mondo accattivante e un ambiente simpatico dove noi, quelle che la mandano avanti, non ci siamo mai… Ma in questa storia noi ci siamo, eccome se ci siamo, e non siamo contente.” Le lavoratrici della coop speravano che la testimonial, attraverso il suo grande potere mediatico, accendesse un faro sulla sofferenza di chi lavora nel commercio, il tutto in una giornata simbolo per le rivendicazioni femminili.
Contro la violenza sulle donne lavoro e reddito fanno la differenza e a Luciana questo non doveva sfuggire, l’appello che le lavoratrici le hanno continuato a lanciare rincorrendola fino al red carpet del festival di Sanremo, scrivendole di nuovo l’otto marzo, producendo un "contro spot" e scrivendole ancora a distanza di un anno, proprio in questi giorni, è rimasto inascoltato. Ma queste donne hanno continuato a lottare anche senza la luce dei riflettori e crediamo che la showgirl abbia perso un’occasione per girare un altro spot, come le avevano chiesto le lavoratrici al termine della loro bellissima lettera:
“Ci piacerebbe incontrarti e proporti un altro spot in difesa delle donne e per la dignità del lavoro… Con simpatia, un gruppo di lavoratrici Coop”