Noi terroristi? Ma mi faccia il piacere! Usb decisa a querelare il rappresentante Filcams Cgil del Direttivo Regionale COOP
Ormai non ci meravigliamo piu’ quando il sindacato Filcams Cgil firma accordi salva imprese e affossa lavoratori un po’ ovunque, non ultimo l’accordo alla Coop di Guidonia che salva la capra e ai lavoratori lascia solo i cavoli.
Noi di USB crediamo al valore della democrazia sindacale e riteniamo nostro compito e dovere portare alla discussione in assemblea le nostre opinioni e critiche, soprattutto quando si vuol far subire ai lavoratori accordi sindacali inaccettabili, ma purtroppo questo concetto basilare e costituzionalmente riconosciuto oggi è sempre più osteggiato da datori di lavoro e sindacati concertativi che, con accordi scandalosi, di fatto vogliono ridurre il diritto alle libertà sindacali, a un privilegio per pochi intimi e soprattutto “accondiscendenti” e ridurre i lavoratori a merce di scambio, unici capri espiatori della crisi attuale.
E quando gli accordi liberticidi non bastano a impedire che si esprimano le giuste critiche e rivendicazioni per la difesa dei diritti dei lavoratori, ecco che certi sindacalisti, forse a corto di altre argomentazioni, non trovano meglio da fare che passare alla violenza verbale e all’offesa.
E’ proprio quello che è successo nellì’assemblea di venerdì 23 gennaio 2015 alla Coop di Via Laurentina dove, anziché argomentare le ragioni, semmai ce ne fossero, a sostegno della sottoscrizione di quell’accordo, "l'onorevole” rappresentate Filcams Cgil, che si fregia del titolo di componente del Direttivo Regionale Filcams Cgil della Unicoop Tirreno, ha preferito attaccare e diffamare il nostro delegato Usb nonché lavoratore di quella unità produttiva dandogli del terrorista.
Riteniamo questo un grave atto intimidatorio, oltre che palesemente diffamatorio. Forse dobbiamo ricordare il senso di questo termine a chi dovrebbe, oltre che ripassarsi la storia del movimento operaio e delle sue conquiste per trarne qualche insegnamento, usare con più consapevolezza certi termini.
Che senso ha accusare di terrorismo “forma di lotta politica che consiste in una successione di azioni criminali violente, premeditate ed atte a suscitare clamore come attentati, omicidi, prostituzioni, stragi, sequestri, sabotaggi, ai danni di enti quali istituzioni statali e/o pubbliche, governi, esponenti politici o pubblici, gruppi politici, etnici o religiosi”, chi semplicemente osa evidenziare da lavoratore prima e da sindacalista di base poi la propria opinione e il proprio dissenso verso accordi che devastano i diritti ed il salario dei lavoratori?
Non ci meravigliamo ma certo non ci arrendiamo!
A chi ha usato questi termini, pensando forse di poter così zittire una voce critica, vogliamo dire chiaro e tondo che, se non siamo meravigliati di tanta protervia ormai diventata tratto caratteristico se non unico dell’azione sindacale di alcune sigle e di certi sindacalisti, non intendiamo subire intimidazioni e offese e abbiamo dato mandato ai nostri legali di avviare un’azione giudiziaria per ingiuria, poiché siamo determinati a far rispettare i lavoratori e i nostri rappresentanti sindacali, a impedire che questi atteggiamenti si ripetano in futuro e a far si che certi personaggi imparino ad assumersi le conseguenze, fino in fondo e in ogni sede, di quello che dicono e di quello che firmano.