Presentata la proposta di legge per l'Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema delle cooperative
Presentata alla Camera la proposta di legge per l’Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema delle cooperative, dai Deputati del M5S ROSTELLATO Gessica, CHIMIENTI Silvia, CIPRINI Tiziana, BECHIS Eleonora, RIZZETTO Walter, BALDASSARRE Marco e MUCCI Mara.
Le nostre proposte, oggetto degli incontri avuti il 7 ed il 24 gennaio con la deputata Gessica Rostellato, rappresentante M5S in commissione Lavoro alla Camera, e la nota inviata dall'USB alla stessa Rostellato, sono state recepite appieno e hanno prodotto questa proposta di legge, presentata il 5 marzo 2014, e la precedente MOZIONE PARLAMENTARE 1/00334 depositata il 07 febbraio 2014 dal M5S, a firma dei deputati Rostellato, Chimienti, Rizzetto, Baldassarre, Cominadi, Bechis, Tripiedi, Ciprini, Mucci, Prodani.
Siamo curiosi di conoscere, in merito, il pensiero del nuovo Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti che prima della nomina di governo ha guidato Legacoop dal 2002 e Adc, l’alleanza nata tra cooperative rosse e bianche dal 2013.
Il governo Renzi è al lavoro e non possiamo esimerci dall'esprimere, dopo le tante vertenze aperte con il mondo cooperativo, alcune considerazioni sul ministro che più di altri dovrà determinare e gestire le politiche che riguardano il mondo del lavoro: il ministro Giuliano Poletti.
Siamo convinti che con il nuovo governo Renzi lo “spartito europeo” sarà lo stesso e la musica non cambierà. I lavoratori, i pensionati, i cittadini, già messi in ginocchio dalle politiche di distruzione del welfare e di attacco alle condizioni di lavoro e salariali dei governi di larghe intese Monti e Letta, subiranno una nuovo aggressione e verranno privati di servizi pubblici fondamentali e necessari a sostenere il loro reddito: trasporto pubblico, acqua ed energia, raccolta rifiuti e igiene ambientale, cultura, gestione delle reti si andranno ad aggiungere ai servizi già tagliati nei bilanci comunali (asili nido, sociosanitari, patrimonio immobiliare), per essere offerti alla rendita e alla speculazione.
In tutto ciò quale si pensa possa essere il ruolo del nuovo ministro del lavoro che sino a ieri era il presidente del più grande gruppo industriale del paese ramificato in tutti i settori produttivi?
C'è o non c'è in questo nuovo governo un evidente conflitto di interesse?
Da tempo nelle aziende italiane si è sviluppato un attacco senza precedenti ai diritti, al salario e alle condizioni di lavoro. L’esito di questa operazione è scontato: meno occupazione e più precarietà; meno servizi e aumento delle tariffe; più profitti per qualcuno e meno welfare per tutti. E a dirigere questa partita sarà Poletti, che opererà in un evidente conflitto di interesse.
Il mondo nel quale ha operato Poletti rappresenta al meglio la degenerazione di un sistema in cui l’originario spirito di solidarietà e mutualità è stato sacrificato alla logica del mercato, della competizione e del profitto, alla pari delle imprese di capitale. A farne le spese sono i dipendenti, sottoposti a lavoro in nero, precariato diffuso e assenza di sicurezza, funzionali all’acquisizione di appalti al massimo ribasso; ma anche i cittadini, a cui vengono restituiti servizi di pessima qualità. “Lampedusa Accoglienza”, la coop che gestisce il centro per migranti sull’isola siciliana, rappresenta la più recente - e la più vergognosa – testimonianza della perdita di credibilità della cooperazione nel nostro Paese.
Ma gli esempi sono tanti, basti pensare alla lotta dei facchini della Granarolo, a Catia Bottoni o a Lucia De Maio, tutti casi di cronaca recente che hanno visto la cooperazione sul banco degli imputati.
La Costituzione, riconoscendo alle cooperative una funzione di carattere sociale, riserva a queste un particolare trattamento ed ingenti agevolazioni fiscali. Ma chi controlla la reale “mission” di questa particolare forma di impresa? Lo stesso sistema cooperativo, che funge così da controllore e da controllato, beneficiando dei privilegi di legge senza essere soggetto ad alcuna verifica sull’effettiva finalità d’impresa.
L’USB da tempo chiedeva che la verifica della funzione sociale dell’impresa cooperativa passi sotto il controllo dello Stato e, laddove si dovessero riscontrare irregolarità ai danni dei soci lavoratori o dei dipendenti, l’impresa perda lo status di cooperativa e conseguentemente tutte le agevolazioni annesse. E' necessario impedire alle cooperative di aggirare i minimi contrattuali attraverso l’utilizzo dei regolamenti interni, che di fatto derogano in pejus ai contratti nazionali, e di equiparare i salari dei soci e dipendenti delle cooperative appaltanti a quelli dei lavoratori dell’azienda che usufruisce dell’appalto.
Che succederà ora con un Ministro del Lavoro che era il maggior responsabile del mondo delle aziende cooperative italiane?
Insomma, il cerchio magico PD, Cooperative, Cgil (+Cisl+Uil) sembra aver compiuto il suo disegno e si appresta ad azzannare i beni comuni del nostro paese spacciandosi per il nuovo che avanza che porta con se tante “idee del fare”: sta ai lavoratori impedire che che il cerchio si chiuda!