Rinnovo CCNL delle Coop di consumo: le condizioni le detta il padrone

Roma -

Un contratto scaduto da oltre  due anni che è ancora lontano dall’essere rinnovato. Gli incontri tra le parti del 7 e 8 luglio scorsi hanno di fatto rafforzato la posizione delle Coop e mostrato tutta a debolezza dei sindacati firmatari, che sono ormai semplici ratificatori delle scelte padronali.

 

Basti pensare a recente accordo siglato all’Ipercoop di Aprilia, che rende esigibile il lavoro domenicale e festivo per una quota pari al 75% del totale. Dal CCNL della distribuzione cooperativa – che ancora vedrebbe facoltative quelle giornate – si passa a circa 40 domeniche annue e alla maggior parte dei giorni festivi esigibili. Tolte le ferie, possiamo dire che se non sono tutte le domeniche e i festivi, poco ci manca. Bel lavoro davvero!!

 

E a nulla sono serviti, se non a svilire il più nobile degli strumenti sindacali – gli scioperi farsa del passato periodo natalizio. Sia ben chiaro, l’USB ritiene lo sciopero lo strumento più efficace per rivendicare salario e diritti, ma è altrettanto chiaro che lo sciopero o lo si usa a sostegno di una piattaforma credibile, o semplicemente non è.

 

Le grandi Coop sono impegnate in fusioni e riorganizzazioni in grande stile, ma non dimenticano di rivendicare una piattaforma contrattuale a dir poco imbarazzante, che stralcerebbe i pochi elementi di miglior favore rimasti per i lavoratori. Ma le Coop non dovrebbero “distinguersi”? Anche in funzione dei privilegi che concede la Carta Costituzionale?

 

E invece no, Le Cooperative di consumo gettano la maschera e dimostrano, se ce ne fosse ancora bisogno, di comportarsi come vere e proprie imprese di capitale, tanto quanto le altre multinazionali del commercio. Preoccupate di ridurre diritti e salari, in nome della competitività e della concorrenzialità. Di fronte a questo attacco, Cgil, Cisl e Uil, condividono sostanzialmente la necessità di “minimizzare” le tutele del CCNL, diritti e rivendicazioni salariali. La recente firma apposta sul pessimo CCNL del commercio è lì a testimoniarlo...

 

Le richieste delle Coop sono in sintesi:

  • Riduzione delle maggiorazioni domenicali, del notturno, dello straordinario del supplementare;
  • Aumento del divisore orario;
  • Eliminazione della retribuzione dei primi tre giorni di assenza per malattia;
  • Condizioni retributive e normative inferiori per i nuovi assunti;
  • Ridefinizione del sistema di classificazione e l’introduzione di un nuovo capitolo sul Sud che consenta di derogare al contratto nazionale;
  • Ulteriori interventi sul capitolo cooperative minori.

 

Insomma, al peggio non c’è mai fine. Le Coop sferrano un pesante attacco alla tutela della malattia, rivendicando l’eliminazione della retribuzione dei primi tre giorni (vedi CCNL del commercio). Il risultato, come per molti lavoratori del commercio non cooperativo, sarà quello di dover essere costretti a lavorare anche se influenzati, per non vedersi decurtare una parte del salario e trovarsi in difficoltà con il mutuo, le bollette o la spesa alimentare.

 

Anche l’aumento del divisore orario, se passerà, produrrà effetti nefasti. Si tratta di un coefficiente stabilito per contratto con cui si determina la paga oraria del dipendente. In pratica si suddivide la retribuzione mensile per il coefficiente. Ne consegue che più è alto il coefficiente minore sarà la paga oraria. Ecco quindi l’attacco al salario ed il conseguente impoverimento di donne e uomini che guadagnano, se part time, finanche 700 euro al mese.

 

Si insiste sui costi del lavoro domenicale e supplementare, senza peraltro considerare che circa l’80% delle lavoratrici delle Coop sono donne e il lavoro nei giorni festivi sta rendendo loro la vita sociale e familiare impossibile, azzerando di fatto i tempi di vita e di cura della famiglia.

 

Poi c’è il capitolo che riguarda il sud, sembra proprio si ritorni alle vecchie gabbie salariali, con stipendi e diritti differenziati per regioni geografiche.

 

Insomma, se questi sono i presupposti e la resistenza dei sindacati confederali è la stessa di sempre, ci prepariamo al disastro. Decine di migliaia di lavoratrici e di lavoratori che vedranno diminuire il proprio salario e i propri diritti, mentre qualcuno ancora sostiene che “la Coop sei tu” !!