Rinnovo integrativo Unicoop Tirreno: Cgil, Cisl, Uil e Cobas battete un colpo
Da quasi un anno si è aperta la trattativa con Unicoop Tirreno per il rinnovo del contratto integrativo. Come USB abbiamo portato al tavolo di discussione la nostra piattaforma, discussa con lavoratori e delegati, che vede come punti centrali la riduzione dell’orario di lavoro e della flessibilità e la tutela della salute e sicurezza.
Lo scoppio dell’emergenza sanitaria e della conseguente crisi economica, di cui ancora oggi non si vede fine, avrebbe dovuto fermare qualsiasi rinnovo, posticipandolo di almeno un anno.
Unicoop Tirreno invece ha imposto un’accelerazione inspiegabile: ha rifiutato di prolungare la vigenza dell’accordo del 2017 e proceduto alla disdetta unilaterale di tutti gli accordi di secondo livello al 30 settembre prossimo, scaricando di fatto sui lavoratori i costi dell’emergenza e di croniche incapacità gestionali.
Unicoop, infatti, con il rinnovo, tenta di imporre l’aumento dell’orario di lavoro e della flessibilità, la cancellazione della pausa retribuita e dei permessi. Tutto questo a parità di salario.
Quasi duemila lavoratori sarebbero costretti a lavorare 130 ore in più l’anno, mentre agli altri du mila sarebbe precluso qualsiasi miglioramento futuro; una proposta che riteniamo inaccettabile.
Per questo motivo, pochi giorni fa abbiamo lanciato un appello a tutte le organizzazioni sindacali, seppur senza troppe aspettative su alcune di loro, per opporsi alla deriva della trattativa che l’accelerazione padronale sta imprimendo.
Al momento non abbiamo ricevuto risposta e troviamo preoccupante che le sigle sindacali, incluso i Cobas, non stiano proferendo parola su un simile ricatto aziendale.
Non abbiamo apprezzato, anzi abbiamo subito la richiesta dei Cobas di tavoli separati per la discussione in un passaggio così importante e così delicato per il futuro di tutti i lavoratori Unicoop Tirreno.
Sarebbe grave se conducessero la trattativa con l’azienda con l’alibi che i propri iscritti non sarebbero direttamente toccati da questo rinnovo, così come sarebbe grave illudere questi lavoratori: i diritti tolti oggi, saranno diritti che non saranno mai conquistati domani.
Cedere significherebbe rinunciare a qualsiasi possibile miglioramento delle proprie condizioni contrattuali.
Per questo, ci sentiamo di rilanciare nuovamente un appello alla opposizione a questo disegno aziendale e a non cadere nel tranello dei ricatti e degli ultimatum.
USB lotta al fianco di tutti i lavoratori, iscritti o no, per la difesa dei diritti esistenti e la conquista di nuove tutele e garanzie.
Non faremo un passo indietro e prepariamo la mobilitazione.
USBCommercio