Scene apocalittiche nei centri commerciali, sono state adottate tutte le misure di salute e sicurezza?

Nonostante l'ulteriore decreto ministeriale manca un piano omogeno di tutela dei lavoratori del commercio, salute e sicurezza vengono affidate alla discrezionalità delle singole catene

Nazionale -

Quando entrate in un negozio ricordatevi che (almeno fino al 3 aprile):

1) noi non siamo potuti restare a casa ed esattamente come lavoratrici e lavoratori di altri settori ci sentiamo esposti al contagio e pertanto percepiamo come esposti al contagio le nostre famiglie e i nostri amici
2) non vi avvicinate troppo. Rispettate le distanze. Non toccateci, non ci porgete la mano (ci dispiace, ma non possiamo stringerla), non vi avvicinate per parlarci. Non siamo sordi.
3) molti di noi lavorano con guanti e mascherine, ma a molti non sono stati forniti, ad altri sono stati vietati perché antiestetici.
4) in condizione di velocità, non siamo in condizione di poter utilizzare i disinfettanti per le mani e le superfici. Quindi aspettate che lo facciamo in tranquillità.
5) non siamo suppellettili, ma persone, che, una volta finito il turno, devono uscire dai negozi per tornare a casa .

Queste le parole di una lavoratrice del commercio.

Ancora una volta il decreto governativo per far fronte all'emergenza Covid – 19 ignora gli operatori del commercio, disinteressandosi della loro salute e della loro sicurezza.

Molte aziende hanno vietato l'utilizzo delle mascherine. Molte altre adducono la scusa che le mascherine non sono più disponibili.

Non c'è sul decreto nulla che dia delle disposizioni omogenee in merito alla questione degli orari di apertura e di chiusura.

Nessuna nota riguardante alla regolamentazione degli afflussi di pubblico all'interno dei supermercati che già dalla nottata di ieri sono stati prsi d'assalto.

 

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