Tutela della malattia nel commercio: un diritto da riconquistare
Dalla firma del peggior contratto della storia, la vita di oltre 3 milioni di lavoratori del commercio è cambiata in peggio. Donne e uomini che sono ancor più precari, ancor più ricattabili, ancor più alla mercé di imprenditori senza scrupoli; traditi da chi li doveva rappresentare: da quei sindacati che hanno firmato il CCNL del Commercio
L'Unione Sindacale di Base vuole affiancare alla campagna nazionale che contrasta il lavoro domenicale e festivo, che ci ha visto protagonisti dal nord al sud del paese, quella sul diritto alla retribuzione piena della malattia.
Nel CCNL viene infatti ribadito il pesante attacco a questo sacrosanto diritto con un meccanismo progressivo: nei primi tre giorni di ogni malattia è previsto il pagamento al 100% solo per i primi due eventi morbosi dell’anno. Per il 3° evento l’azienda paga solo il 66%, per il 4° solo il 50% e dalla 5° malattia in poi zero retribuzione per tutti e tre i giorni (sono escluse solo le malattie superiori a 11 giorni). Il risultato, per molti lavoratori, è stato quello di dover essere costretti a lavorare anche se influenzati per non vedersi decurtare una parte del salario e trovarsi in difficoltà con il mutuo, le bollette o la spesa alimentare.
Un altro tassello che si aggiunge all'abbattimento del welfare per come lo avevamo conosciuto. Non possiamo accettare la logica del baratto dei nostri aumenti salariali e dei nostri diritti in cambio di fondi da destinare al welfare, così come non vogliamo rinunciare alla piena tutela della malattia in cambio di servizi che riducano l’assenteismo, soprattutto se questi riguardano quel poco tempo libero che impieghiamo con la nostra famiglia.
Questo settore si conferma l'avamposto dello smantellamento dei diritti e dell'assottigliamento del salario, anche attraverso un vero attacco alla salute. Senza considerare i rischi connessi a chi, per problemi di reddito, è costretto alla prestazione lavorativa anche se ammalato. E chi se ne importa se cala l'attenzione e poi ci si infortuna. Insomma, un arretramento che ci riporta ai tempi del lavoro a cottimo e che uccide la dignità e la salute di chi lavora per vivere.
Si tratta di una campagna sindacale, politica e sociale. Un processo di acquisizione di responsabilità che Usb si assume verso i lavoratori del commercio in termini di alternativa sindacale: è il punto di vista e di lotta per la difesa, la riconquista di diritti acquisiti e dei nuovi diritti da conquistare.