Un Venerdi Nero per la sicurezza

Il famoso Black Friday è a rischio contagio da Coronavirus fra code e assembramenti per accaparrarsi il prodotto più scontato

Nazionale -

Siamo abituati da anni a guardare le immagini che arrivano dagli USA, della folla e della ressa per gli acquisti del Black Friday. Li abbiamo visti per anni dormire in tenda, in fila di fronte ai megastore per assicurarsi di essere tra i primi ad entrare all'apertura del venerdì. E abbiamo visto anche come litigavano strappandosi di mano l'ultimo articolo in sconto rimasto.

In Italia abbiamo presto acquisito la tendenza del Black Friday, e lentamente quella ressa e la stessa folla si è creata anche nei nostri negozi. Da anni, ogni anno, la settimana del Black Friday è stata la corsa allo shopping d'occasione, lo sconto più accattivante, con conseguente fila di persone ammassate di fronte e dentro i negozi.

E quest'anno? Come verrà gestito il Black Friday in piena pandemia?

La nostra O.S., presente su tutto il territorio nazionale, sta registrando una crescente preoccupazione dei lavoratori e delle lavoratrici del commercio. Con i dati della pandemia lievemente in calo, e le pressioni dei vari Governi regionali ad allentare la morsa delle limitazioni. Stiamo riscontrando come si stia cercando di sciogliere i vincoli degli orari di apertura dei negozi, per consentire la tanto agognata corsa agli acquisti promozionali dell'ultimo venerdì di novembre.

Se da un lato l'ultimo DPCM imponeva restrizioni fino al 3 dicembre 2020, dall'altro lato assistiamo a ordinanze regionali che sembrano sbloccare alcuni orari, estendendo fino alle 21 gli orari di apertura dei centri commerciali, senza specificare l'obbligo di chiusura nei week end.

Appare evidente che come organizzazione sindacale non possiamo esimerci dal porre l'attenzione sul rischio che comporterebbe dopo il 3 dicembre, se non addirittura per il Black Friday, procedere con una nuova liberalizzazione degli orari. Ad oggi, in molte realtà abbiamo denunciato il mancato rispetto delle norme anticontagio, e nonostante le limitazioni degli orari e l'obbligo di contingentamento della clientela abbiamo dovuto segnalare alle autorità competenti frequenti situazioni di assembramento e contagi, spesso sottovalutati e non segnalati dei dipendenti, soprattutto nella distribuzione alimentare.

Pertanto, USB rinnova la richiesta di un rigido monitoraggio delle misure adottate nei negozi per tutelare la salute dei dipendenti e della clientela. Ed invitiamo il Governo a gestire questa fase con molta cautela, evitando il “libera tutti!” del 3 giugno scorso. A 6 mesi di distanza non possiamo permetterci di ripetere gli stessi errori e mettere in pericolo i risultati ottenuti finora.

La Salute Pubblica è bene comune, e come tale va tutelato e anteposto agli interessi economici e alle pressioni di Confcommercio, Federdistribuzione e Lega delle Cooperative.

 

Usb Commercio