UNICOOP TIRRENO: LE RAGIONI DI UN NO
Il piano di risanamento  di Unicoop Tirreno ricalca in pieno la vicenda Alitalia: ci troviamo di  fronte all'assenza di un vero piano industriale che possa dare garanzie  di sicurezza per l'occupazione e i salari. L'unico interesse  dell'azienda è quello di diminuire drasticamente il numero dei  dipendenti ed abbassare sensibilmente il costo del lavoro agendo sui  salari. A rischio il futuro di centinaia di famiglie che non hanno  alcuna responsabilità nella crisi e che non vogliono in alcun modo  pagarne il prezzo.
In questo modo si mette fine alla storia di  una cooperativa che si chiamava in origine “La Proletaria”,  nata a  Piombino il 26 febbraio 1945 da 30 soci fondatori. E noi siamo certi che  “quei 30”, ricordando i  valori fondanti, direbbero NO!
 
Perché NO
- Perché il costo della crisi ricade tutto e solo sui lavoratori 
- Perché non c'è un vero piano industriale che dia prospettive di salvaguardia occupazionale 
- Perché con questo piano i licenziamenti non verranno evitati 
- Perché ai piani alti non si pagano le responsabilità della crisi 
- Perché dobbiamo evitare di consegnare una cooperativa deprezzata ai sovventori del sistema 
 
 
Perché USB
- Perché gli sprechi e gli spazi di risanamento sono altrove 
- Perché il costo del lavoro è già basso e mal distribuito 
- Perché quell'integrativo va rimodulato in maniera equa e non al ribasso 
- Perché il lavoro può esserci per tutti 
- Perché diritti e dignità non si svendono 
 
L' USB non apporrà la sua firma su un accordo che penalizzerebbe oltremodo i lavoratori e li esporrebbe, al termine degli ammortizzatori sociali, a possibili licenziamenti unilaterali. Resteremo al tavolo cercando di cambiarne l'inerzia e ribadendo la nostra linea: salvaguardia dell'occupazione e dei salari.
 
 
 
 
Se l'azienda vuole davvero risanare i conti faccia marcia indietro!
 
							     
					 
    
			 
    
			 
    
			 
  
  
						 
							 
							 
							 
        						