Unicoop Tirreno non può disporre del nostro tempo

Il nuovo Integrativo di Unicoop, sottoscritto da tutti i sindacati, tranne Usb, aumenta l’orario a parità di salario

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Unicoop Tirreno vara il nuovo integrativo aziendale, con la firma di Cgil, Cisl, Uil e Cobas, aumentando l’orario di lavoro. A questo corrisponde una decurtazione dello stipendio attraverso cambiamenti di parametro, diminuzione dei permessi retribuiti e cancellazione della pausa.

Le aziende sono state sempre all’attacco dell’orario di lavoro fin dalla conquista operaia della giornata lavorativa di otto ore. A partire dagli anni 90, hanno cercato di conviverci che l’occupazione era possibile solo tramite l’utilizzo sfrenato della flessibilità. Il ricorso a banca delle ore e straordinari obbligatori per coprire la carenza cronica di organico nel Commercio ha dilatato la giornata lavorativa fino a coprire le 24 ore. Turni di sei ore vengono spezzati, costringendo i lavoratori a rimanere tutto il giorno nei pressi del punto vendita.

Hanno cercato di convincerci che il tema dell’orario di lavoro non può essere assolutamente toccato in tempi di crisi, un tema forse da tirare fuori in tempi di vacche grasse, tanto che Cgil, Cisl, Uil hanno alzato pochissime rimostranze contro i tentativi di Unicoop di aumentare l’orario di lavoro. I Cobas nessuna.

Usb non firma il nuovo integrativo. Per noi la questione dell’orario di lavoro non può essere derubricata ad una non meglio specificata conciliazione personale fra vita privata e lavoro. La riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario è la parola centrale della nostra piattaforma rivendicativa, che deve essere messa in atto indipendentemente dall’aumento dei profitti e della produttività.

La riduzione dell’orario non va letta solo in una chiave difensiva, come contrasto alla creazione di esuberi, ma in una chiave offensiva come redistribuzione degli incrementi di produttività che in tutti questi anni hanno solo aumentato i profitti del padronato. Profitti che proprio in questa fase di epidemia e conseguente crisi economica sono lievitati, nel mesi di lockdown gli acquisti sono aumentati in media del 16,4%. I centri commerciali la fanno da padrone con un aumento delle vendite del 30%, seguiti dai discount con un 22%.

Dobbiamo ribaltare la lettura dominante del capitalismo, sono i lavoratori che consentono l’aumento della produttività e sono i lavoratori che devono poterne usufruire, attraverso la riduzione d’orario a parità di salario.

In particolare in questa fase storica, al di là di quello che provano a raccontarci, questo è ancora più fattibile di alcuni anni fa.

L’innovazione tecnologica infatti diminuisce il bisogno di lavoro vivo per riprodurre la forza lavoro necessaria. L’automatismo applicato al sistema produttivo permette oggi di produrre ricchezza riducendo al minimo lo sforzo dell’uomo.

Non permetteremo ad Unicoop e a sindacati firmatari, magari in cerca di posizioni e agibilità, di tornare indietro.

Andrà tutto bene perché difendiamo e ci riprendiamo i nostri diritti, a partire dal nostro tempo.

 

Usb Commercio