UNICREDIT CHIUDE IL SETTORE POSTALE
I LAVORATORI DATI IN PASTO AI SUBAPPALTI
Il Gruppo Unicredit chiude il settore dello smistamento postale, i lavoratori impegnati nel servizio di logistica di supporto nazionale alle sedi del gruppo entrano in stato di agitazione.
L’unica prospettiva proposta ai lavoratori, a pochi giorni dalla chiusura (31 agosto), è quella di finire in pasto in una giungla di subappalti tra cooperative di facchinaggio perdendo garanzie e tutele.
Il centro del Centro Smistamento Unico (C.S.U.) si occupa della corrispondenza a livello nazionale, i dipendenti interni dalla Unicredit sono stati trasferiti e messi in mobilità interaziendale, mentre per i lavoratori interinali (assunti tramite le società METIS e RANDSTAD, circa 20) e i lavoratori in appalto interno (dipendenti della Koopservice, circa 4) le prospettive sono tra la disoccupazione o l’accettare le proposta di diventare soci di una cooperativa di facchinaggio.
Sottolineiamo che i responsabili della Unicredit avevano "promesso" il passaggio dei lavoratori impiegati alla CARICESE (consorzio interbancario di servizi) con contratto a tempo indeterminato.
Invece i lavoratori si sono ritrovati di fronte ad una catena di appalti e sub appalti:
L’UNICREDIT che appalta in esterno il servizio a CARICESE che affida a SDA, che affida al Consorzio LHS, per finire in una coop di facchinaggio (Dpr 602) che applica le deroghe ai CCNL del settore merci e logistica (Company Net, è la coop attuale ma ci risulta che vi siano stati gli ultimi anni diverse coop si siano date il campo nei subappalti passandosi i lavoratori).
Le coop di facchinaggio 602 applicano delle deroghe ai minimi contrattuali nazionali e agli istituti assicurativi di malattia ed infortunio, basti pensare che per i lavoratori interinali si passa da una retribuzione mensile base di 1668.40 euro ad una di 1219.73 euro (quindi una perdita mensile di 448.67, pari a 6281.38 euro annui in meno).
L’UNICREDIT DEVE ASSUMERSI LE PROPRIE RESPONSABILITA’
E MANTENERE GLI IMPEGNI PRESI CON I LAVORATORI TRAMITE CARICESE
I lavoratori nel denunciare il mancato rispetto degli impegni di massima ricevuti in questi mesi, e non avendo ricevuta nessuna comunicazione formale sulle prospettive e condizioni di ricollocazione, hanno indetto lo stato di agitazione e avviato le procedure di sciopero e di mobilitazione.
Da questo ennesimo episodio, risulta sempre più urgente rilanciare le lotte sociali e sindacali contro un mercato del lavoro sempre più selvaggio, e la necessità dell’abrogazione immediata della Legge 30 e delle norme del Pacchetto Treu, che dall’internale, agli appalti e alla liberalizzazione delle cessioni di ramo d’azienda, producono la negazione dei minimi diritti per milioni di lavoratori.