USB: da Chanel a piazza di Spagna volano scatole e insulti sui commessi. Sospesa cautelarmente la manager
“Urla e grida che si sentivano fino al piano inferiore – racconta all'Usb una delle commesse della boutique Chanel di Piazza di Spagna a Roma – umiliazioni emotive e personali. Mi sono state tirate scatole addosso, sono stata rimproverata finanche fuori dall’orario di lavoro”.
All’ombra dello shopping, nel cuore della Capitale, ancora una serie di e-mail che lasciano sgomenti e svelano le condizioni di lavoro da medioevo che si celano dietro i marchi del lusso. Nelle lunghe corrispondenze c’è di tutto: dagli infortuni non soccorsi e non denunciati su “consiglio” dei capi, a “osservazioni” sul peso o le acconciature delle commesse: “Sei una cicciona, sei anoressica, sembri una poco di buono”, fino al lavoro non timbrato né retribuito. La responsabile di turno pretendeva che i lavoratori uscissero dalla boutique per comprarle il pranzo o i regali di Natale e per andare in bagno ci voleva un permesso speciale, perché il bagno della boutique era sprovvisto degli effetti personali delle lavoratrici e, a volte, era persino impossibile cambiarsi l’assorbente. Cambia la griffe, ma emerge il 'sistema'".
Le parole che ritornano di più nelle e-mail sono “umiliazione”, “pianto”, “terrore”, “offesa”, “urla” “parolacce”. L'USB è intervenuta con decisione e al momento la manager responsabile dei fatti risulta sospesa. Proseguiremo a combattere con determinazione per riconsegnare ai lavoratori la dignità violata.
USB Lavoro Privato
Francesco Iacovone