USB Ipercoop Livorno: c'è poco da festeggiare

Livorno -

Ieri mattina, all'incontro convocato dalla Direzione Iper, ci siamo presentati solo con un nostro delegato anziché, come solitamente, con la nostra componente Usb al completo. Abbiamo preso questa decisione perché riteniamo irrispettoso l'atteggiamento delle Relazioni sindacali, le quali ci stanno negando un incontro che stiamo chiedendo da due settimane, ossia dopo l'uscita dell'intervista rilasciata al quotidiano Il Tirreno dal Presidente Lami lo scorso 5 giugno.

 

Mentre centinaia di part-time dell'Iper aspettano da anni (10 per la precisione, "festeggiati" proprio l’altro ieri) di avere contratti migliori, anche eventualmente spostandosi nei negozi dei comuni limitrofi, in tale intervista l'azienda parla di 160 nuove assunzioni nella provincia di Livorno, presentandosi come la Coop buona che "dà lavoro", ma senza specificare che stanno semplicemente creando altri precari ex novo (assumendoli con le agenzie interinali...) che chissà se, con quali modalità e fra quanti anni verranno stabilizzati, come dimostra il caso delle 4 ragazze precarie da anni che ad oggi sono senza lavoro perché è da troppo tempo che vanno avanti a contratti a termine e se lavorassero ancora poi dovrebbero essere assunte (sì, avete letto bene, è l'ufficializzazione del lavoro usa e getta: ti tengo precaria per anni e poi quando ti stai avvicinando troppo ai 36 mesi non ti faccio più lavorare). Oltretutto in quell’intervista dicono di aver privilegiato chi aveva già lavorato in Coop, ma questi casi dimostrano che non è così, visto che stanno utilizzando un meccanismo diabolico per il quale lavora chi ha meno anzianità, oltre che come detto creare addirittura nuovi precari.


Di queste cose (ma anche del futuro di noi lavoratori in vista delle nuove aperture di negozi Coop nella città di Livorno) avremmo voluto parlare con l'apposito ufficio di Vignale, e in particolare con la figura che ci fu presentata come quella che doveva fare da tramite fra i negozi e la sede per le questioni sindacali, ma nonostante i nostri sforzi, ad oggi non è stato possibile. Probabilmente il motivo è da ricercare nel fatto che è ancora in vigore l'apartheid sindacale da parte di Unicoop Tirreno nei confronti di Usb: con noi non ci parlano. Un'azienda normale dovrebbe parlare con i suoi dipendenti anche se uno solo di questi glielo chiedesse, la nostra azienda invece non parla con una organizzazione che di suoi dipendenti ne rappresenta centinaia. Difficile da comprendere e da digerire, ma purtroppo oggi è così. E se l'azienda non vuole parlare con Usb di cose così importanti, perché noi dovremmo scattare e metterci sull'attenti nel momento in cui viene convocata la Rsu dell'Iper (in quanto delegati Rsu ci parlano perché non possono fare altrimenti, in quanto delegati Usb no...)? Magari per parlare di quelle decine di estensioni orarie ai part-time che ci spettavano per 5 mesi e invece ora dobbiamo elemosinare mese per mese? No, noi non ci facciamo prendere in giro, anche se comunque ci siamo presentati con un delegato per rispetto al nostro ruolo di rappresentanti dei lavoratori e delle lavoratrici.


Sono anni che lottiamo contro le diverse forme di precarietà usate dalla nostra azienda, che siano queste legate ai contratti part-time (orizzontali, verticali o annui) o ai contratti a termine, ma ogni volta Unicoop Tirreno ripete scelte che noi non condividiamo minimamente, continuando ad alimentare dei serbatoi di lavoro instabile (e quindi ricattabile) che servono solo a tenere basso quello che loro chiamano "costo del lavoro". In pratica, anziché dare una risposta alle situazioni suddette, decidono di creare ulteriori precari interinali, e il bello è che di questa voglia di sfornare ancora più precari se ne vantano pure sui giornali.


Continueremo ad attendere fiduciosi (nonostante tutto, vogliamo continuare ad avere speranza) di essere ricevuti dall'azienda nei prossimi giorni. Almeno di essere ascoltati, riteniamo di averne diritto.