Vigilanza Privata: Cgil e Cisl provano a rimescolare le carte con una class action
L’ultima trovata dei sindacati “confindustriali”, firmatari nel 2013 del CCNL Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari che prevede paghe giudicate insufficienti e “incostituzionali”, è quella di avviare una class action.
Le segreterie di Cgil e Cisl prendono le distanze dal disastroso contratto collettivo sottoscritto provando a distrarre il pubblico circa il fatto che sono proprio loro i responsabili delle indecorose retribuzioni applicate agli operatori fiduciari.
La class action sembra essere l’ennesima trovata per riabilitare la propria immagine. L’idea è tanto ridicola quanto audace: avviare una class action per tutelare i lavoratori sottopagati a causa delle retribuzioni avallate e previste da un CCNL scritto e sottoscritto dalle stesse organizzazioni.
Il comparto è in balia delle giravolte sindacali delle organizzazioni che prima condannano alla povertà il settore per poi reinventarsi paladini dei diritti organizzando una causa collettiva.
Una class action contro sé stessi?
Disconoscere le paghe previste dal loro stesso Ccnl?
Ci sarebbe da ridere se non fosse la triste realtà.
La verità, però, è sotto gli occhi di tutti: i sindacati firmatari del CCNL non rappresentano più la categoria e hanno perso qualsivoglia peso contrattuale nei confronti delle Associazioni datoriali che, infatti, rimbalzano il rinnovo da sette anni consapevoli che Cgil Cisl e Uil non sono più in grado di determinare una risposta compiuta del settore.
Anche per questo motivo, invitiamo i lavoratori e le lavoratrici del settore ad aprire gli occhi e a non credere alle maldestre manovre di chi è responsabile del declino.
Continuiamo a lottare in ogni istituto per la difesa dei diritti degli operatori della vigilanza privata.
USB Vigilanza