Firenze: sciopero di tutti i dipendenti della Coop Di Vittorio
l'intera giornata di venerdì 15 febbraio
La “crisi” non cancella i Diritti
Sono molti i diritti che dobbiamo difendere con questo sciopero, ma i più importanti riguardano il recente accordo stipulato, di soppiatto, tra la Cooperativa Di Vittorio e i sindacati CGIL-CISL-UIL.
il meccanismo della banca ore :
- è usato sistematicamente come trucco per nascondere la disorganizzazione del lavoro e tenere i dipendenti sempre “a disposizione”
- è un trucco per cui non vedi mai soddisfatto il monte ore del tuo contratto individuale e così rimani sempre a debito di ore.
- Per riuscire a colmare il tuo debito permanente, sei costretto a essere sempre a disposizione e/o ad accettare continui cambiamenti di sede e di orario oppure, ancora peggio, ti viene proposto di ridurti il contratto individuale !
- se un mese fai 10 ore in più ed il mese successivo ne fai 10 in meno, per la Coop Di Vittorio la differenza è 0 (zero). Invece il CCNL (contratto nazionale) prevede che metà delle ore di straordinario (in questo caso 5) ti venga pagato subito come straordinario, cioè al 27% in più, e l'altra metà (le restanti 5) vada in banca ore. E in ogni caso, nel conguaglio di giugno e dicembre, le ore in eccesso ti vanno comunque pagate come straordinario, al 27% in più.
- Con questo accordo denominato furbescamente “mensilizzazione” ti hanno fatto credere che con la banca ore ti paghino tutti i mesi la stessa cifra ma non è assolutamente vero.
- Ti stanno richiedendo i soldi “perchè – dicono - sei a debito ore”. Ti fanno credere che sei a debito di ore quando invece sono loro, la Di Vittorio che, non dandoti le ore che ti spettano di contratto, non rispettando quindi il contratto individuale, non rispettano la legge ma hanno dimostrato chiusura quasi totale anche su altri problemi;
- le festività non vengono pagate correttamente : ad esempio il 25 aprile 2011, che cadeva di pasquetta, non è stato retribuito a nessuno.
- nelle strutture quali l'Albergo Popolare non vengono concessi né i riposi settimanali né i riposi compensativi!!
Nel servizio di assistenza domiciliare adulti:
- si è costretti a sopportare varie ore di buco non retribuite, tra un utente e l'altro, con conseguente dilatarsi in modo spropositato della giornata di lavoro fino a 12-13 ore al giorno, venendo retribuiti esclusivamente per i servizi effettuati. Solo perchè la Di Vittorio non vuole fare lo sforzo di organizzare in modo più efficiente il lavoro con una turnazione mattina-pomeriggio
- I trasferimenti quotidiani da un utente all'altro, anche di molti chilometri, hanno un notevole costo per gli operatori che si vedono rimborsati solo la ridicola cifra mensile di 30 euro.
Per tutti quelli che hanno, nel contratto individuale, la sospensione estiva: succede che non hanno indicata la data di inizio e fine servizio. Anche questo non è a norma di legge in quanto il lavoratore non ha certezza su quando deve entrare in servizio e, pur non conoscendo il giorno, al momento della chiamata deve risultare disponibile, oltre a rimetterci sulla maturazione delle ferie.
Non ci stanno pagando i miseri 20 euro di aumento per il rinnovo del contratto nazionale delle cooperative sociali. Sempre grazie ad un altro accordo con CGIL-CISL-UIL.
Infine, ma non meno importante, hanno detto che no, non ci vogliono più concedere assemblee sindacali.
Vorremmo aggiungere alcuni commenti:
la banca ore deve essere usata come strumento di compensazione di situazioni organizzative eccezionali, non come regola per flessibilizzare il contratto, che è una cosa illegale. La banca ore deve essere impiegata per far fronte a picchi o cali di lavoro e non come gestione ordinaria del personale. Se ho un contratto a 30 ore e me ne fanno fare 25, non sono io che, a dicembre, devo rendere dei soldi alla cooperativa ma il contrario. Sono loro in difetto, sono loro che non rispettano il contratto che hanno stipulato con me! Perchè solo io devo essere obbligato a rispettare il contratto? I contratti devono essere rispettati da entrambe le parti, lo dice la legge.
L'argomento maggiormente utilizzato dai dirigenti della Cooperativa Di Vittorio per giustificare tutte le suddette violazioni di elementari diritti è che “c'è la crisi, ci sono i tagli, ecc”. “La crisi” è un argomento che serve a zittire ogni critica e protesta, e che vuole insinuare la paura di situazioni peggiori.
Allora vale la pena spendere qualche parola al riguardo:
- L'atteggiamento della Cooperativa Di Vittorio era forse diverso quando non c'era la crisi? Vi ricorderete che più di 10 anni fa ci furono molti educatori costretti a fare vertenza legale contro la Cooperativa poiché, illegalmente, non voleva versare la maggiorazione del 10% di stipendio a chi aveva un part-time misto (come previsto dal CCNL)
- E vi ricorderete anche di qualche anno fa, quando ancora la crisi non c'era, che dopo solo 1 giorno di assenza a scuola dell'utente ci intimavano di non segnare le ore e stare a casa. (illegalmente).
Risulta chiaro come il tentativo di fare carta straccia dei contratti sia una prassi consolidata da anni e che poco ha a che vedere con la “crisi”.
- Noi, in ogni caso, non crediamo che la risposta, che la soluzione giusta alla “crisi” sia quella di smettere di rispettare la legge (contratti individuali, riposi, festività, straordinari) e cancellare quei pochi e sacrosanti diritti rimasti ai lavoratori delle cooperative.
Anche il “rischio d'impresa”, lo dice la parola stessa, deve essere dell'impresa e non dei lavoratori dipendenti. I dipendenti non condividono né decisioni né tantomeno gli utili dell'impresa. Quindi com'è che si dovrebbero accollare le eventuali difficoltà dell'impresa?
Ma, con la Cooperativa Di Vittorio, abbiamo anche un problema gigantesco di relazioni sindacali.
Le relazioni sindacali si possono portare avanti in 2 modi sostanzialmente:
1) Concertare con i lavoratori le decisioni per trovare soluzioni concordate
2) Scegliere il sindacato più vicino e consenziente per fargli firmare tutti gli accordi di cui hai bisogno, senza cercare nessun consenso reale dei lavoratori.
Con altre cooperative ed istituzioni abbiamo avviato trattative e collaborazioni, mentre con la Di Vittorio purtroppo non è stato possibile.
Loro confidano sul fatto che nessun educatore o dipendente si muoverà, protesterà o aderirà allo sciopero. Ma se staremo zitti non solo avremo perso diritti elementari e un po' di dignità, ma ci esporremo a sempre maggiori violazioni contrattuali, così come successo in passato.
Stavolta non è sufficiente dire: “io ci sono”, bisogna coinvolgere e cercare di persuadere quanti più dipendenti possibile, a Firenze e provincia.
Per organizzarci meglio ci vediamo lunedi 28 gennaio alle 21,00
presso la sede USB in Via Galliano 107 a Firenze