I lavoratori Coop della Campania scrivono a Roberto Saviano

Nella lettera tutta la rabbia e la dignità di Lucia e Carlo

Napoli -

Non vogliamo aggiungere o togliere nulla alle parole di Lucia e Carlo, protagonisti della prima "RITIRATA STRATEGICA" di Unicoop Tirreno dalla Campania, solo l'amara considerazione che i lavoratori che la Coop la fanno tutti i giorni, con il loro sudore e la loro fatica, sono costretti a scrivere a Luciana Littizzetto o a Roberto Saviano per dialogare con l'Azienda. Questo la dice lunga sulla democratica e piena di valori Coop; speriamo soltanto che Roberto Saviano sia più sensibile alla richiesta di aiuto di Lucia e Carlo di quanto non sia stata Luciana Littizzetto, che resta ancora  tristemente in silenzio sulla questione femminile.

 

 

Caro Roberto,

 

siamo dei lavoratori, tanti lavoratori, che per anni hanno lavorato in Coop Campania poi passata negli anni 2000 alle dirigenze di una coop Toscana, la Unicooptirreno, che oggi è in difficoltà, in grave difficoltà per tutto quello che è accaduto già 4 anni fa e continua ad accadere ora, ci rivolgiamo a te perché ai tanti "politici, giornalisti, programmi tv“ ai quali abbiamo esposto la nostra voce, ci volgono le spalle, noi vorremmo avere un po' di visibilità, non per demolire o denunciare un sistema ma per far si che le cose cambino e ci sia rispetto per la nostra dignità.

 

Le Coop nascono più di 150 anni fa' (prima nel nord e centro Italia, più tardi al Sud), dalla dinamicità e dalle lotte delle classi operaie per salvaguardare il potere di acquisto dei ceti più deboli; l'etica, la solidarietà, la centralità delle persone, sono le fondamenta sulle quali si e' costituito il pilastro della cooperativa.

 

La Coop fino agli anni 90 ha mantenuto integri gli obiettivi di espansione e crescita creando lavoro e rispetto economico sociale un po' in tutta Italia compreso il Sud, ma nel corso degli ultimi anni, forse con la sostituzione di un modello sempre più grande di mercato (le ipercoop), risultati poi negativi alle esigenze dello stesso mercato che si avviava pian piano a quella che oggi viviamo cioè "la recessione”, ed i troppi coinvolgimenti bancari, hanno subito un certo "mutamento biologico“che ha creato una voragine economica in alcune di esse dimenticandosi dei valori e dell'etica' e rincorrendo sempre più le logiche del profitto.

 

Noi siamo Campani (Avellino, Napoli, Salerno), province in cui erano o sono presenti oggi supermercati Coop avviati 40 anni fa' sempre da gruppi di operai appartenenti ad aree politiche di sinistra, i loro obbiettivi erano gli stessi di 150 anni fa' ma qui nella nostra terra, una regione dove da anni il sistema politico è stato assente ai bisogni dei cittadini, dove la malavita la fa da padrona ed i furbi cercano di arricchirsi alle spalle dei più deboli, era forte l'ideale dei nostri predecessori a dare una linea di commercio equo e legale ai soci e non solo.

 

La cosa che ci sconvolge, pur chiedendoci o chiedendo chiarimenti alla stessa UnicoopTirreno o alle istituzioni locali di quello che si era già avviato 4 anni fa' quando la Coop decise di cedere ad un privato 4 supermercati campani (Soccavo,Solofra,Castellamare,e Nocera), uno che non aveva certo un curriculum immacolato, ma il braccio di ferro creatosi da un gruppo di allora 55 lavoratori, fini con il sopravvento della cessione di questi negozi ad un azienda bara LA IMMOBILMARE SRL.di Castellammare di Stabia di un certo signor APUZZO (LA IMMOBILMARE NON HA MAI PRESENTATO BILANCI), il quale dopo 5 giorni mise tutti i lavoratori per strada ,in alcuni casi i Giudici del lavoro hanno condannato Coop come "atto fraudolento”, ma i lavoratori padri ,madri oggi sono senza lavoro ..............ed allora cosa c'entra Coop con persone malavitose????? quale etica hanno in comune ???? quali i presupposti di solidarietà'??????????????

 

L'azienda, pur consapevole della cessione ad un tizio che non ci poteva dare garanzie, perché' ci ha venduti? forse le tesi dei giudici sono giuste? eppure c’è omertà nel mondo coop, nessuno ne' parla e la nostra disperazione diventa ogni giorno più scura.

 

Come se non bastasse idopo 4 anni la Unicooptirreno in un comunicato stampa fatto ai lavoratori tramite i sindacati confederali annuncia che in Campania vuole cedere la società al 49% ad un certo Catone, altro nome non certo immacolato del casertano,cederebbe a quest'ultimo la logistica ed il personale.

 

La storia si ripete , e noi non ci stiamo, Coop deve mantenere integro il nome della cooperativa etica e legale, e non puo' e non deve cedere ai privati che nulla entrano con le nostre logiche.

 

Abbiamo voluto scriverti questo nostro pensiero magari per aiutarci ad avere un contatto con la parte buona della cooperativa nazionale affinché' non si consumi ancora una volta alle spalle dei lavoratori una faccenda poca pulita, noi vogliamo impegnarci e solo noi con sacrifici a far si che la storia della Coop in Campania venga rispettata e continui sulla strada dell'etica e della legalità.

Grazie Roberto, Lucia e Carlo (ex  lavoratori UnicoopTirreno Campania)