SMA condannata per condotta antisindacale.

Milano -

L’Unione Sindacale di Base fa ricorso contro la SMA, grande catena di supermarcati del gruppo Auchan, presso il Tribunale di Milano per comportamento antisindacale, ex Art.28.

 

Il Tribunale Ordinario di Milano - Sezione Lavoro, nella persona del Giudice, Dott. Fabrizio Scarzella, ha riconosciuto ad USB Lavoro Privato la sussistenza del requisito della nazionalità “tenuto anche conto della copiosa documentazione allegata dalla ricorrente relativa ai numerosi verbali di accordo sindacali o di esame congiunto sottoscritti da USB in svariati settori della contrattazione collettiva privata e pubblica nella maggior parte del territorio nazionale ad alta concentrazione produttiva; della esistenza di uno statuto che afferma il carattere nazionale della associazione attrice; della apertura di svariate sedi a livello locale e delle numerose pronunce di giudici di merito, compreso l’adito tribunale, che riconoscono la legittimazione attiva ad agire, ex. art. 28 stat. Lav, in capo all’associazione sindacale ricorrente”. […]

 

Il Giudice inoltre “dichiara antisindacale la condotta tenuta da SMA spa nella negazione delle due richieste di aspettativa avanzate dalla ricorrente per Mara Sabbadini il 25.9.2013 e il 25.10.2013 ex. art. 31 stat. lav; condanna SMA spa, in persona del legale rappresentante pro-tempore, a consentire la fruizione delle aspettative non retribuite richieste dalla ricorrente per la dipendente Mara Sabbadini, ex. art. 31 stat. lav; […]

 

Il Giudice “compensa, in ragione di ½ tra le parti, le competenze professionali e condanna SMA, in persona del legale rappresentante pro-tempore, a rifondere alla ricorrente le restanti competenze professionali liquidate in complessivi euro 1700,00, oltre accessori di legge, in favore dell’avvocato antistatario. Milano, 23/12/2013”.

 

USB Lavoro Privato accoglie con soddisfazione la sentenza del Tribunale di Milano e, anche sulla scorta del giudizio della Corte Costituzionale, con le motivazioni della sentenza 231/2013 su l'incostituzionalità dell'art.19 dello Statuto dei Lavoratori, afferma con forza la necessità di una legge con precisi criteri democratici che permetta ai lavoratori, prima ancora che ai sindacati, di poter esprimere liberamente da chi e come essere rappresentati nei luoghi di lavoro.

 

Per noi deve essere una legge che riporti la democrazia, le libertà ed il diritto nei posti di lavoro, una legge che cancelli l'odioso monopolio di Cgil Cisl e Uil, basato sulla paura, il ricatto e la ‘collaborazione’ con le controparti aziendali; che cancelli anni di discriminazioni sindacali e di licenziamenti ‘politici’;  che ridia voce ai lavoratori e crei le condizioni per superare un sistema di relazioni tra padroni e Cgil, Cisl e Uil che ormai è un rapporto di tutela di reciproci interessi.