Cara Coop… L'amore è un'altra cosa

Roma -

Arrivano le feste e la Coop anche quest’anno le usa per lanciare messaggi sinistri ai suoi dipendenti, facendo richiami a sentimenti che nulla hanno a che vedere con il lavoro; lo stile sembra quello del Cav. B. e del suo “partito dell’amore". Insomma, la strumentalizzazione di questo sentimento sembra trasversale, bipolare.

 

Veniamo ai fatti, alcuni giorni fa i lavoratori della Coop Estense hanno inviato alla stampa una lettera aperta indirizzata ai Soci Consumatori Coop nella quale lamentavano il mancato rinnovo del contratto integrativo, scaduto ormai da cinque anni, e le conseguenti ricadute sull'organizzazione del lavoro, sui turni non programmati, sugli orari non contrattati, sul lavoro domenicale e sull’indisponibilità alla trasformazione dei contratti part time.

 

Tutte problematiche più volte evidenziate da USB che impattano fortemente sulla vita delle donne e degli uomini che fanno la Coop tutti i giorni: salario, abbattimento della precarietà, possibilità di passare dal part-time al tempo pieno, contenimento della discrezionalità delle direzioni e contrattazione dei tempi e dei turni, e, non ultimo, libertà di parola e di critica.

 

Sono tutte problematiche che avrebbero bisogno di risposte concrete, ma la Coop Estense sceglie di rispondere con una lettera aperta, a firma di alcuni consiglieri di amministrazione, indirizzata a soci e consumatori. La missiva fa leva su sentimenti quali l’orgoglio di appartenenza e l’amore: "Caro Socio consumatore, vieni pure a fare la spesa in Coop. Troverai, oltre ai prodotti che cerchi, molti lavoratori che ti accoglieranno con la gentilezza e la professionalità di sempre.” E ancora: “Troverai molti lavoratori che vogliono bene alla cooperativa..." E in conclusione: "sii orgoglioso della tua cooperativa, come lo sono i lavoratori. Anche a Natale la troverai impegnata a difendere i tuoi diritti e i diritti dei lavoratori e ad affermare i valori che l’hanno fatta grande: il lavoro, la solidarietà, la difesa dell’ambiente e la legalità. Buon Natale"

 

La strategia è sempre la stessa, è accaduto per le donne della Coop che hanno scritto alla testimonial Luciana Littizzetto e per i lavoratori dell’Ipercoop di Livorno che hanno scioperato lo scorso capodanno ed il mattino seguente hanno trovato sul giornale a grandi caratteri, questo annuncio dell'azienda: "BUON ANNO AI SOCI E CLIENTI UNICOOP TIRRENO.GRAZIE AI DIPENDENTI CHE HANNO PERMESSO IL 31 DICEMBRE 2012 DI GARANTIRE IL SERVIZIO AD OLTRE VENTIMILA SOCI E CLIENTI NEI NEGOZI COOP DELLA PROVINCIA DI LIVORNO. LA DIREZIONE AZIENDALE UNICOOP TIRRENO". Gli scioperanti invece non meritarono né ringraziamenti né auguri. La loro colpa? Aver esercitato il sacrosanto diritto di sciopero. Un diritto fondamentale previsto dalla Costituzione.

 

La strategia è quella di chi vorrebbe mettere in contrapposizione i lavoratori che giustamente e legittimamente protestano per il peggioramento delle proprie condizioni di lavoro, con coloro che magari perché ricattati non osano protestare, il tutto facendo leva anche sulle organizzazioni sindacali concertative che ormai hanno rinunciato a qualsiasi prospettiva di conflitto in favore dell’autoconservazione.

 

Lottare per migliorare le proprie condizioni di vita, di socialità e di lavoro è una delle poche cose che rende una vita degna di essere vissuta, ad un’azienda non si deve “voler bene” come non si deve “amare” il leader di un partito, questi sentimenti non devono divenire lo strumento per chiedere sacrifici e silenzio a lavoratori e cittadini. La perdita di credibilità della cooperazione in questo paese è sotto gli occhi di tutti, episodi contrari all’etica cooperativa si susseguono nelle cronache. “Lampedusa Accoglienza”, la coop che gestisce il centro per migranti sull’isola Siciliana, è il più recente e il più vergognoso. Il motto sembra ormai Orwelliano… “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”.

 

Ai lavoratori Coop Estense la nostra solidarietà e la nostra vicinanza… Cara Coop, l’amore è un’altra cosa…