IKEA: USB, GENEROSA LOTTA DEI LAVORATORI UMILIATA DA CGIL CISL UIL
Si profila ennesimo accordo al ribasso
“Mentre i lavoratori Ikea hanno condotto tutta l'estate una forte battaglia contro la disdetta unilaterale del contratto integrativo da parte dell’azienda, e dopo che la Cassazione ha dichiarato illegittima la pretesa aziendale sull'obbligo del lavoro festivo, l’esordio del tavolo negoziale Ikea presagisce la solita politica della riduzione del danno tanto cara a Cgil, Cisl e Uil”, così Francesco Iacovone, dell’Esecutivo Nazionale USB Lavoro Privato.
“Ci aspettiamo che i ‘sindacati amici’ firmino un accordo al più presto – prosegue Iacovone - al prezzo di cedere sulle maggiorazioni domenicali e festive e di far passare senza resistenza la linea di Ikea sul premio aziendale e la flessibilità interna”.
Attacca il sindacalista: “Così, per l’ennesima volta, Cgil, Cisl e Uil si apprestano a contrattare al ribasso, incidendo sulla vita materiale di donne e uomini che si spaccano la schiena per sopravvivere e dando un colpo di spugna alla grande conflittualità espressa dai lavoratori, che per tutta l’estate si sono impegnati a smorzare”.
Precisa Iacovone: “Dopo anni di arretramenti di quei sindacati, che hanno prodotto il crollo della maggiorazione domenicale e festiva, passata dal 130% di 25 anni fa al 30% per i nuovi assunti, siamo dunque alla vigilia dell'ennesimo pessimo accordo”.
“Ma la vertenza di questa estate – avverte il rappresentante USB - ci dice che i lavoratori IKEA, se vengono messi in condizione di scegliersi il proprio futuro, non si rassegnano alla politica della riduzione del danno ma hanno le qualità, l’energia e la determinazione per affrontare un percorso di lotta tesa alla salvaguardia dei diritti e del salario ed in grado di rigettare al mittente i piani industriali fatti sulla carne di chi lavora. L’USB non ci sta a veder sperperata la disponibilità alla lotta di queste donne e questi uomini, rilancia le mobilitazioni ed ha preparato una contro-piattaforma, frutto della volontà di tante lavoratrici e tanti lavoratori ”, conclude Iacovone.